giovedì 19 maggio 2022

L'uomo del Fuoco

Buonasera, cari lettori. Non mi avete vista molto attiva nell'ultimo mese e me ne scuso. Ho programmato tanti reel e post pieni di contenuti, ma non sono riuscita a pubblicarli per tempo. Tra gite, studio e la maturità che incombe ho preferito godermi gli ultimi momenti che dedicati alla scuola.



Titolo: L'uomo del fuoco

Autore: Sabrina Guaragno

Casa editrice: Nativi Digitali 

Data di pubblicazione: 20 novembre 2020

Lunghezza: 304

Prezzo: 12,50 (cartaceo) e 3,99 (ebook)

Trama: Le cose non si mettono bene per Alaisa e gli altri apprendisti della maestra Skelribel, costretti a nascondere la loro magia e ad affrontare nuovi nemici, inaspettati e spaventosi: tra questi, vi sono gli adepti della misteriosa Setta del Fuoco, una congrega di maghi malvagi devoti a un potentissimo stregone dato per morto da anni…Per combattere le oscure forze che cercano di distruggere Adaesha, saranno costretti a cercare un aiuto esterno, e a riportare indietro anche la fonte di passati amori e rancori. Ma le insidie possono arrivare anche dalle ombre celate nella propria anima...Se, da un lato, nuovi maestri e alleati la rendono sempre più forte, dall’altro Alaisa dovrà lottare con tutta se stessa per non soccombere al suo stesso potere e alle proprie passioni. E le conseguenze da pagare potrebbero essere terribili. In “L’Uomo del Fuoco”, il secondo capitolo della Saga di Alaisa, Sabrina Guaragno dipinge una Adaesha cupa e pericolosa, su cui si muovono nuovi e ambigui personaggi che combatteranno al fianco di Skelribel e i suoi apprendisti, o contro di loro. Riusciranno a rimanere uniti di fronte alle due guerre che minacciano il loro mondo?


Dopo anni sono tornata nel mondo di Alaisa. Mi ha soddisfatta del tutto? Ni. 
Ho trovato sia lati positivi che negativi, a differenza del primo volume che mi era piaciuto da morire. 

 Sono passati due mesi da quando Roran ha abbandonato la sua nuova famiglia. La nostra protagonista è cambiata molto a causa dei mille problemi che ha affrontato in quel periodo. È diventata più severa con se stessa ed è evidente che sta soffrendo molto. Nonostante tutto, però, continua a lottare per salvare quante più vite possibili. 

Ho trovato questo cambiamento repentino, senza nessun preavviso. Nel primo volume Alaisa è una dolce ragazza desiderosa di diventare un medico, mentre nel secondo è spietata, tiene tutto dentro di sé ed è dura con chiunque. Avrei preferito vedere un'evoluzione graduale, in modo da riuscire a immergermi a pieno nei panni della protagonista. 

Il sistema magico è poco chiaro. Sono quel tipo di lettore che cerca una logica per qualunque cosa anche se si parla di incantesimi e rituali. E non parlo di razionalità, bensì di una logica che alla fine del libro mi fa incastrare tutti i pezzi del puzzle per poi farmi oensare "wow, che gran bella idea". 

I maghi possono cambiare vestiario con uno schiocco di dita? Per quale motivo? Quali sono le energie che si smuovono? In che modo Roran riesce a curare una ferita, passandoci sopra solamente un dito? 

Inoltre, nel primo volume, la Strega della Fonte asserisce che la magia va usata con cautela e di non basarsi esclusivamente su quest'ultima. Qui invece i cambi d'abito sono concessi e mi sembrano contraddittori rispetto agli insegnamenti della maestra.

Ho adorato le varie ambientazioni e i viaggi che Alaisa ha compiuto nelle diverse parti del continente. In particolare, ha avuto l'occasione di conoscere una Chimera e io, attraverso i suoi occhi, ho visto una creatura magnifica. Credo di non aver mai letto una descrizione più bella di quella che Sabrina Guaragno ha fornito a noi lettori. 

Non c'è personaggio che io abbia amato di più di Dory. Sempre presente, sempre vicina alla protagonista. Lei è pronta a sostenere Alaisa nel bene o nel male. È leale e questo mi ha stupita dato che si parla di un mondo ricco di ingiustizie e tradimenti. Inoltre, ha dimostrato una maturità che non ho riscontrato nemmeno in Skelribel. Le sofferenze della vita l'anno forgiata in una persona migliore. Forse è per questo che prova a capire Alaisa è ad aiutarla in tutti i modi. Penso infatti che la protagonista sia in un particolare momento della sua vita e che Dory sia un perfetto punto di riferimento. 

"Siamo quello che siamo, Alaisa. Ma avere un animo un po’ maligno non rende una persona un assassino o un criminale, almeno quanto è vero il contrario."

⭐⭐⭐,5/5

lunedì 28 marzo 2022

Blog tour: Dark Accademy

 


Ciao a tutti, cari lettori! Oggi c'è la terza tazza del blog tour per il libro di Sabrina Guaragno: Dark Accademy.

Vi lascio subito alle sue parole!

Il mondo dei Tenebris


1798 – Fogley Town

Il romanzo Dark Academy è ambientato in Inghilterra nel 1798, poco prima dell’inizio del periodo Vittoriano. 
Fogley Town è una cittadina fittizia a poche miglia da Londra, dove vivono poche migliaia di anime, e che presenta un’altura su cui svetta un castello in stile gotico che appare come abbandonato e perennemente avvolto in una spessa coltre di nebbia.
È lì che una piccola comunità di Tenebris vive, nascondendosi nell’oscurità.
 Si tratta di numerosi Maestri, Tenebris adulti, e i loro studenti: giovani Tenebris che vengono raccolti e portati lì per crescere e per imparare come vivere e sopravvivere tra gli umani.


Ma… cosa sono i Tenebris?

Un Tenebris è una creatura della notte per eccellenza. Non si sa bene chi sia destinato a diventare tale, non si sa se sia una malattia, e in tal caso come si trasmetta, anche se non c’è alcuna prova che possa essere contagiosa. Semplicemente, alcuni bambini a un certo punto possono mostrare aggressività… e arrivare a uccidere tutta la loro famiglia, come animali assetati di sangue. 
È a quel punto che i Maestri li portano via, all’Accademia, per cercare di salvarli e di nasconderli al resto della società.
Un Tenebris si nutre di dolore. Questo vuol dire molte cose, perché il dolore ha innumerevoli forme: si nutrono della sofferenza, del pianto, della morte, della violenza. 
Il modo più classico di nutrirsi per loro è quello di ferire qualcuno, toccarne il sangue, talvolta cibarsene, anche se non è strettamente necessario, fino ad arrivare all’omicidio, ma ci sono tante sfumature che possono essere considerate.
Un Tenebris mangia, dorme, come un umano. Ma non può sopravvivere a lungo se non si ciba di dolore. 
Talvolta i Tenebris possono sviluppare una Forza Dominatrice: una capacità innata che li porta a fare cose straordinarie, inimmaginabili per un umano.
I Tenebris non possono concepire figli, quindi la propria maledizione non è trasmissibile in linea di sangue.
La società Tenebris si nasconde, e non sempre adotta gli usi e costumi degli umani, tra cui, però, talvolta si confondono e di cui prendono le redini, manipolando la loro politica spesso e volentieri. Nonostante ciò, sono molto diversi dagli umani sotto molti punti di vista, non condividono molti dei loro stereotipi, sono più disinibiti e per nulla legati ai vincoli come il matrimonio, il buon costume e la religione… 

lunedì 7 marzo 2022

Anatomia di un mostro

 Buongiorno, cari lettori! Oggi vi propongo un thriller, a differenza del libro della scorsa recensione che era un romance.




Titolo: Anatomia di un mostro

Autore: Brunei Schisa

Editore: Harper Collins

Data di pubblicazione: 20 gennaio 2022

Lunghezza: 288 pagine 

Prezzo: 18,00 (cartaceo) e 9,99 (kindle)

Trama: Una domenica di dicembre il commissario capo Domenico Franchini della questura di Varese riceve una telefonata. È un caso di omicidio. Riccardo dell’Orso è stato ucciso con un cerimoniale orribile. Bastano poche indagini per scoprire che la vittima era un uomo di leggendaria crudeltà mentale, avido e disonesto, con poche qualità e molti difetti. Non è dunque difficile immaginare che molti avrebbero potuto avere un movente per ucciderlo. A partire dal figlio Raniero, che vive recluso in casa, passando le giornate nel web profondo. O dalla figliastra Nora, che lavora come psicologa penitenziaria nel carcere di Piacenza, fascinosa quarantenne apparentemente insospettabile. E se l’assassino si nascondesse nel sottobosco che in gran in segreto frequentava dell’Orso? Chi è il mostro torturatore?
Partendo, come nella migliore tradizione del genere, da un delitto senza autore ma con molti moventi possibili, Brunella Schisa scrive un romanzo indimenticabile, percorso da un crescendo costante di tensione ed emozione. Anatomia di un mostro è un thriller dell’anima, che tiene il lettore incollato alla pagina e indaga con assoluta intelligenza psicologica nelle pieghe oscure del cuore e della mente.


 "Anatomia di un mostro" è un libro che mi ha attirata sin da subito perché si distingue da tutti gli altri 𝘁𝗵𝗿𝗶𝗹𝗹𝗲𝗿 che ho letto per un motivo: ci spinge a porci tante domande su cosa sia giusto e su cosa non lo sia grazie a un ritmo incalzante.
Ci spinge ad avere una nostra opinione in merito a temi di attualità tramite una trama che tutta è fuorché scontata. 
Se avrò l'occasione di nominare questo libro durante la maturità che affronterò quest'anno, non esiterò a parlarle.

 Raniero dell'Orso è stato trovato morto nel suo bagno. Il problema? Ci sono evidenti segni di 𝘁𝗼𝗿𝘁𝘂𝗿𝗮 da cui si può capire che l'uomo ha sofferto tanto. L'assassino è sicuramente un mostro, tuttavia Raniero aveva allontanato tutti i suoi affetti, trattava la gente come se fosse spazzatura e, come se non bastasse, era pure ossessionato dalla 𝗽𝗲𝗱𝗼𝗽𝗼𝗿𝗻𝗼𝗴𝗿𝗮𝗳𝗶𝗮. 

 Mi sono chiesta il motivo per cui Mimmo, il commissario, è stato così motivato a trovare l'assassino e assicurarlo alla giustizia. Sono giunta alla conclusione che non l'ha fatto tanto per rendere giustizia a un uomo a cui nessuno voleva bene, quanto per evitare che quel mostro potesse uccidere tante altre persone con una morale migliore.



 Non vi nascondo che questo libro è un attimino cupo e tratta di temi molto delicati. Non ci sono scene particolarmente splatter, però si parla della morte di un genitore e della 𝘀𝗼𝗳𝗳𝗲𝗿𝗲𝗻𝘇𝗮 che prova un figlio. Si parla di abbandono, di solitudine, di relazioni amorose che non funzionano più e cosa più importante, si parla di attrazione verso ciò che è tossico. 

 Nora è la figlia della seconda moglie di Raniero. Lei ha una piccola infatuazione per l'assassino, senza sapere però che ha commesso un omicidio. Ne è attratta perché lui è un bel uomo ed è un abile manipolatore. Nora, però, ha riconosciuto il rapporto malato che sarebbe sfociato e ha cercato di allontanarsi il più possibile da quella strada. È una cosa che ho apprezzato moltissimo perché, per una volta, c'è una protagonista che rifiuta di andare incontro a una persona estremamente tossica. 

 Ci sono tre punti di forza principali che mi hanno fatto piacere questo libro: 
1) 𝗟𝗮 𝗽𝘀𝗶𝗰𝗼𝗹𝗼𝗴𝗶𝗮 𝗱𝗲𝗶 𝗽𝗲𝗿𝘀𝗼𝗻𝗮𝗴𝗴𝗶 𝘃𝗶𝗲𝗻𝗲 𝗮𝗻𝗮𝗹𝗶𝘇𝘇𝗮𝘁𝗮 𝗺𝗼𝗹𝘁𝗼 𝗯𝗲𝗻𝗲. L'autrice ci permette di entrare nella testa dei personaggi per scoprirne i traumi e le insicurezze un poco alla volta, senza però appesantire la narrazione. C'è da dire che Nora è anche una psicologa, quindi non mi sarei aspettata qualcosa di diverso; 
2) Nonostante la storia sia ricca di sofferenza, lo stile dell'autrice rende la 𝗻𝗮𝗿𝗿𝗮𝘇𝗶𝗼𝗻𝗲 𝗳𝗹𝘂𝗶𝗱𝗮 e piacevole. Ho finito la lettura in poco tempo proprio per questo motivo;
 3) La vita dei personaggi è 𝗿𝗲𝗮𝗹𝗶𝘀𝘁𝗶𝗰𝗮. I problemi di Mimmo e Nora sono quelli che affliggono tutti noi. E cosa ancor più importante, viene anche proposta una soluzione perché a tutto c'è rimedio. 

⭐⭐⭐⭐⭐/5

venerdì 25 febbraio 2022

Broken Heart: buona la seconda

Ciao a tutti, cari lettori! Dopo un libro horror, ho pensato di proporvi qualcosa di più soft e decisamente più romantico.
Ho accettato la collaborazione con la CE perché la trama e la cover mi hanno attirata tantissimo. Approfondendo poi la lettura, ho imparato ad amare la protagonista, ma anche a detestarla un attimino. Per quale motivo?



Titolo: Broken Heart: buona la seconda

Autore: Marina Galatioto

Editore: Cherry Publishing

Data di pubblicazione: 13 gennaio 2022

Lunghezza: 298 pagine 

Prezzo: 14,50 (cartaceo) 4,99 (kindle)

Trama: «Mi ricordi il film Pretty Woman. Le battute iniziali dicevano proprio questo, che qui a Hollywood si realizzano i sogni.»
Carol è un’affermata scrittrice il cui best-seller, scritto sotto pseudonimo, sta per diventare un film. Hollywood la attende e niente sembra poter andare storto, almeno fino a quando il produttore non decide di ingaggiare Benedict Devoe come attore protagonista del suo film, il suo ex marito. Ben non ha idea di chi si celi dietro la maschera del famoso scrittore e non riesce davvero a capire perché Carol sia sempre presente ad ogni provino e conferenza stampa. Quando stavano insieme, Carol era un’editor con qualche difficoltà a sbarcare il lunario e lui un aspirante attore con più sogni che speranze. La vita ha sorriso a entrambi dal punto di vista lavorativo, ma non si può dire altrettanto della loro disastrosa situazione sentimentale. Due cuori infranti che hanno ottenuto tutto dalla vita, tranne la cosa più importante. Saprà la città dei sogni dare loro una seconda opportunità?



"L'amore rende stupidi, ciechi, e del tutto sprovveduti."

Hollywood è il quartiere più famoso per chi è in cerca di opportunità. In particolare, gli aspiranti attori lì sperano di trovare il loro posto nel mondo. Tra gli aspiranti c'è anche Ben, un uomo il cui sogno è più importante di qualsiasi altra cosa e lo è così tanto da sfruttare le persone a lui più care.
Rimane solo, ovviamente, e nella miseria fino a quando finalmente non riesce a sfondare nel mondo del cinema. Ritorna dal suo amico o dalla sua fidanzata? No, certo che no.

Io non riesco ad apprezzare questo personaggio e non riesco nemmeno a tifare per il suo ritorno con Carol. Perché dovrei? Lui da solo si definisce un "cinico barstardo" e di fatto lo è. Dice che nel corso degli anno ha solo sfruttato le altre donne perché non le reputava degne della sua fiducia. Alla fine del libro, lui dice di essere andato a letto con una sconosciuta per dimenticare l'amore che prova per Carol. E il motivo? Lui dice semplicemente di essere un uomo.

Nonostante la sua redenzione finale, la mentalità di Ben durante la lettura è sempre la stessa. Mi chiedo come faccia la protagonista a provare attrazione per una persona che per anni ha usato le altre donne come degli oggetti sessuali e una persona che fa dei ragionamenti che non stanno né in cielo né in terra.
Non è tutto però, perché Carol dopo il divorzio è cresciuta tanto. Ha cambiato totalmente modo di pensare, si è svegliata ed è sbocciata in un magnifico fiore. Ha realizzato uno dei suoi sogni, ha una casa bellissima, ha degli amici dal cuore d'oro. In più, si è circondata da una dose elevata di cinismo.
Mi sarei aspettata che lei rifiutasse Ben fino alla fine, giusto per restare coerente ai suoi principi. Per me, con un solido "no", Carol avrebbe mandato un messaggio importantissimo a tutti i lettori.
Così, invece, ho ricevuto il pensiero che l'amore va seguito sempre e comunque, anche se non è sempre una mossa ragionevole.

"Dev'essere una vita triste quella di chi non si fida del prossimo ed è costantemente preoccupato dall'idea che qualcosa possa fregarlo."

Il libro però non è solo questo. Ho apprezzato da morire la figura fittizia di Leigh, così come tutte le ragioni che hanno portato a creare questo pseudonimo. Ho amato gli amici di cui Carol si è circondata e il percorso che l'ha portata piano piano ad aprirsi al mondo.
L'amicizia, in questo caso, è stato un pilastro importante e senza Carol non sarebbe riuscita ad ritrovarsi.
In particolare, Mike e sua moglie si sono rivelate delle persone dal cuore d'oro, che anche io vorrei avere nella mia vita. Sono la prova che non tutto ai piani alti è corrotto e opportunista. Inoltre, il loro amore è così vero e sincero che mi ha strappato un sorriso ogni volta che è comparso durante la lettura.

Quest'ultima è stata piacevole e leggera. Le pagine sono volate in un attimo perché sono riuscita a sentirmi parte della storia. È come se fossi stata vicino alla protagonista per vedere da vicino la sua evoluzione.

⭐⭐⭐/5

martedì 22 febbraio 2022

Furia

 Ciao a tutti, cari lettori. Quest'oggi vi presento un libro dalle sfumature oscure e spaventose, la cui lettura è consigliata solo se amate lo splatter. Siete pronti ad affrontare la terrificante isola degli zombie? 



Titolo: Furia

Autore: Giacomo Ferraiuolo

Editore: Delos Digital

Data di pubblicazione: 21 dicembre 2021

Lunghezza: 108 pagine

Prezzo: 2,99 (kindle)

Trama: Un’isola paradisiaca, mare cristallino e un silenzio sinistro che scuote Julia fin nelle ossa. In quel luogo così utopico non c’è niente di vivo, ma qualcosa che non dovrebbe camminare su questa Terra la sta braccando tra la vegetazione selvaggia.

Il Male è tornato, e la sua furia è implacabile.

Che cosa sei disposto a fare per salvarti?

Chi sei disposto a sacrificare quando la morte ti stringe tra le sue spire gelide?

Il contagio è appena iniziato, in un gioco senza regole tra predatore e preda.


Ho scoperto questa casa editrice poco prima di aprire il mio profilo nel bookstagram. È stata una vera e propria scoperta perché pubblica romanzi brevi di ogni genere. Ogni titolo è uno più interessante dell'altro e le copertine sono fantastiche. Insomma, la Delos Digital è veramente valida e merita di rientrare tra le mie preferite. 

Tra tutte le uscite mostrate sul loro sito, Furia mi ha attirata nello stesso modo in cui le falene vengono attratte dalla luce dei lampioni. La trama prometteva bene e devo dire che il contenuto del libro ha superato tutte le mie aspettative. 

Se siete alla ricerca di adrenalina, qui siete nel posto giusto. Proverete ansia, orrore e vi sentirete in trappola insieme ai protagonisti di questa storia agghiacciante. Alcune scene mi hanno fatto impressione, però sono state descritte in modo eccellente e le ho trovate bellissime tanto quanto spaventose. 

La trama l'ho trovata originale, soprattutto perché l'origine degli zombie è dovuta a degli esperimenti del governo. Il finale, poi, è stato fantastico perché lascia un dubbio nella testa del lettore. 
Non ho dato il massimo dei voti perché l'inizio, al contrario del finale, l'ho trovato un attimo confusionario. Le dinamiche della vita privata dei personaggi non mi è stata ben chiara, quindi avrei preferito leggere qualche spiegazione in più. 

"Qualcosa continuava a muoversi, qualcosa di vivo, anche se dentro di sé sapeva che doveva essere morto."

⭐⭐⭐⭐/5

venerdì 18 febbraio 2022

A Touch of Darkness

 Ciao a tutti, cari lettori! Da sempre parlo a tutti di quanto io sia innamorata del mito di Ade e Persefone. Ci sono affezionata tanto perché mi accompagna da anni e ho sempre amato le versioni in cui la storia viene narrata.

La versione di oggi, penso, la conoscete tutti. Non c'è un solo angolo del hookstagram che non ne parli. Avete capito bene, vi parlerò di A touch of darkness, libro che la Queen Edizioni mi ha gentilmente fornito per il review party.


Titolo: A Touch of Darkness #1

Autore: Scarlett St. Clair

Editore: Queen Edizioni

Data di pubblicazione: 17 febbraio 2022

Lunghezza: 350 pagine 

Trama: Persefone è la dea della primavera, ma solo di nome. La verità è che, sin da quando era bambina, i fiori si avvizziscono non appena lei li tocca. Dopo essersi trasferita a Nuova Atene, la ragazza finge di essere una semplice giornalista mortale, in modo da poter vivere una vita senza troppe pretese. Ade, il dio dei morti, ha costruito un impero del gioco d’azzardo nel mondo dei mortali, e si dice che le sue scommesse preferite siano quelle irrealizzabili. Dopo un incontro con Ade, Persefone si ritrova a stringere un patto con lui, ma le sue condizioni sono impossibili: Persefone dovrà creare la vita negli Inferi o perderà per sempre la sua libertà. Questa scommessa, tuttavia, non si limiterà soltanto a smascherare il fallimento di Persefone come dea. Infatti, mentre lei cerca di coltivare i semi che le ridaranno la libertà, sarà l’amore per il dio dei morti a crescere... ed è proibito.

Quando mi è stato mandato il file sul kindle e me ne sono accorta, ho abbandonato qualsiasi altra lettura per cominciare Atod il prima possibile. Ero un po' diffidente, a esser sincera, ma più sfogliavo le pagine digitali e più mi sentivo attratta dalla storia nello stesso modo in cui le falene vengono attratte dalla luce. 

Sin da subito mi hanno colpito due tematiche: il rapporto con i genitori e le gabbie che noi stessi ci imponiamo. Il libro invita a liberarsi di tutte le prigioni e di spiccare il volo perché niente vale più della nostra felicità. I limiti spesso ce li poniamo noi stessi e, quando decidiamo di liberarcene, nulla ci vieta di chiedere aiuto ai nostri amici o ai nostri partner. 

Qui, Demetra è un vero e proprio carceriere invece di essere una madre. Cerca di tenere Persefone in una bolla di vetro, le impedisce di essere se stessa e la fa spiare di continuo. La protagonista non può muoversi senza che la madre sappia dove sia. È opprimente, è aberrante. Mi ha fatto fremere di rabbia ogni incontro tra le due perché Persefone, la mia dea preferita, ha sempre agito da sottomessa e sempre con la paura di essere punita. Mi ha un attimo spezzato il cuore la cosa. Ok, va bene pensare di agire negli interessi dei propri figli, ma Demetra non avrebbe mai dovuto permettersi di oscurare Persefone. 

“Tu sei due cose per gli dèi”, le aveva detto quando Persefone era ancora una bambina. “Un gioco di potere o un semplice giocattolo.” 


Ho amato la voglia della protagonista di trovare se stessa e il suo ruolo nel mondo, a dispetto dei desideri della madre. E quel che più ho rispettato è che Persefone non ha avuto l'esigenza impellente di relegare la sua felicità a un uomo. Ha cercato di creare qualcosa di nuovo da sola, senza l'aiuto di Ade. Ci è riuscita? Forse. Nel secondo volume potrebbe fare di meglio? Forse. Spero tanto di poterlo scoprire in futuro. 
Spero anche di vedere il rifiuto che nutre per se stessa cambiare e diventare qualcosa di positivo. Lei è tante cose, ma deve ancora rendersene conto. Per me è stata Kore per tutta la durata della lettura, però alla fine l'ho riconosciuta come Persefone, regina dell'Oltretomba. 
Ha tirato fuori gli artigli, così come dovremmo farlo tutte noi. 

"Fai tanto l’indifesa, ma non hai mai preso una dannata decisione per te stessa. Adesso lascerai che sia tua madre a decidere chi ti puoi scopare?" 

Ade? Cosa posso dire di lui. L'ho sempre adorato e qui ho amato ancor di più il modo in cui è stato descritto. Seppur gli altri pensino che sia crudele, tenebroso e quant'altro, in realtà lui nasconde un animo altruista. A differenza degli altri dei, lui aiuta le persone senza prendersene i meriti e senza vantarsene. Lui si preoccupa per il suo popolo e cerca di aiutare i vivi a trovare il loro potenziale. Proprio la parte che lui tiene nascosta è anche la più preziosa che Persefone non riesce a vedere. Lei permette ai pettegolezzi e alle apparenze di parlare al posto suo. 

"Perché... fino a oggi, non credevo nell’amore."
 

Ho divorato il libro in più i meno due notti. Leggo gli ebook solo prima di andare a dormire, ma in questo caso non riuscivo a staccarmi dal pagine e andare a dormire senza sapere come Persefone avrebbe affrontato i suoi problemi. Così, più di metà del libro l'ho divorato in una nottata. Il giorno dopo ero uno zombie, tuttavia non mi pento di niente. 
Potrei dire di essere totalmente soddisfatta di quello che ho letto, però una piccola cosa mi ha fatto storcere il naso. A volte le scene erotiche e i dialoghi che ci sono stati in quei momenti li ho trovati un attimo fuori luogo. Non sono riuscita ad apprezzarli, quindi non me la sento di dare cinque stelle piene. 

«Potrei passare tutto il giorno a baciarti.» «Nessuno te lo impedisce»

⭐⭐⭐⭐/5

lunedì 14 febbraio 2022

Nessun Segreto

 Ciao a tutti, cari lettori, e buon San Valentino! In attesa che il mio fidanzato venga qui festeggiare insieme, ho pensato di proporvi una recensione di un libro che di amore parla, ma in modo diverso. 
Di cosa si tratta? A volte capita di affidare la felicità alle persone che amiamo e capita anche di finire con il cuore in tanti piccoli pezzi; parla dell'amore che un genitore nutre per il proprio figlio e di come sia importante avere il loro appoggio. 
Vediamo meglio "Nessun Segreto" insieme!



Titolo: Nessun Segreto

Autore: Cinzia Petri

Editore: Porto Seguro

Data di pubblicazione: 9 giugno 2021

Lunghezza: 165

Prezzo: 14,90 (cartaceo)

Trama: Attorno al parco cittadino di San Teodoro ruotano le vite di quattro personaggi di età ed esperienze molto diverse: Mia, che ha perso la madre e ha visto naufragare il proprio matrimonio; Olivia, alle prese con l'adolescenza e il primo amore; Vasco, un artista con un passato da medico; e infine Temilade, nato in Africa e arrivato in Italia per realizzare il suo sogno di intraprendere la carriera di nuotatore. Ciò che li lega e ne intreccia i percorsi è la necessità di vedersi finalmente sotto una luce diversa, per accettarsi nonostante il passato e aprirsi a ciò che la vita ha ancora in serbo per loro.


"Le gambe agili dell'amore scavalcano gli ostacoli e volano oltre le barriere del divieto." 

Questo è un libro che mi ha catturata sin dalla prima frase. La scrittura di Cinzia Petri è immediata, coinvolgente e rimane nel cuore. Si insinua piano nei meandri dei cuori dei lettori e da lì non va più via. Per me è poesia pura, è arte nella sua forma più sincera. 
Non credo di aver mai tenuto tra le mani un capolavoro del genere e proprio per questo secondo me "Nessun Segreto" dovrebbe essere uno di quei libri da leggere almeno una volta nella vita. 
Lo consiglierò fino a quando la mia pagina sarà in piedi e anche dopo. 
Il fatto è che per me ogni singola parola è stata importante, tanto che vorrei poterle imprimere nella mente e non dimenticarle mai. Avrei tanto voluto mettere un post-it per ogni pagina. 

"La notte è il regno degli innamorati. Baci rubati, baci voluti, promesse, scaramucce e bugie. Di quelle che si pagano con le prime lacrime e poi ci di ride sopra, vent'anni dopo." 

Ci sono quattro personaggi, protagonisti di una vita che non sentono più loro. Mia, che perde la madre e vede il marito allontanarsi di colpo; Vasco, che diventa medico per accontentare le aspettative altrui e fallisce; Olivia, un'adolescente che ha paura di essere incinta e non sa come affrontare la situazione e infine Temilade, che per sopravvivere alla povertà tiene stretto il suo sogno di diventare nuotatore. 

Tutti loro, chi più chi meno, mi hanno trasmesso qualcosa di importante.
Mia mi ha fatto capire che la felicità è nelle nostre mani e che noi siamo i pilatri della nostra vita, noi siamo gli artefici del nostro destino. 
Ci saranno sempre ostacoli, ma l'importante è il modo in cui li affrontiamo. 

"E adesso vorresti usare le parole per colpirmi, ma cosa ne vuoi sapere delle parole, tu che non le hai mai ascoltate e non le hai mai capite." 

Mi piacerebbe da morire essere al posto di Temilade perché ha avuto un genitore capace di sostenerlo e aiutarlo in una scelta difficile. È giusto che i figli possano spiccare il volo e scegliere la propria strada quanto è giusto che una figura di riferimento sia lì a dargli la spinta che serve o a raccogliere i pezzi dopo un fallimento. Inoltre, il padre di Temilade ha visto nel figlio del potenziale che, nel paesino piccolo in cui vivevano, non poteva essere sfruttato. Poteva tarpargli le ali così come poteva fargli spiccare il volo. Per fortuna, ha scelto la seconda cosa. E io vorrei tanto che capitasse la stessa cosa a me, ora che ho l'età per volare. 
Dall'altra parte del mondo, invece, Vasco ha lanciato un messaggio altrettanto forte: non importa quanto un lavoro possa fruttare denaro e non importa cosa vogliano gli altri per te se non ti rende felice. Lui ha intrapreso la carriera da medico perché lo ritenevano abbastanza intelligente per farlo, eppure poi dava cure sbagliate e il suo lavoro bloccava la creatività che era in lui. Dopo anni, però, ha finalmente cominciato a vivere per se stesso. 

"È giusto per te, e per quel che è giust va assecondato anche quando separa. [...] Sappi che il tuo cuore sarà sempre lo stesso, anche sotto un altro cielo." 

È un libro corto, che si legge velocemente, ma vi assicuro che è molto intenso e dona più di un brivido. C'è solitudine e dolore, però la speranza li batte tutti. 

⭐⭐⭐⭐⭐/5

sabato 5 febbraio 2022

Fenix e la chiave di Moses

Eccomi di nuovo qui, cari lettori, per parlare di Fenix. Il secondo volume, rispetto al primo, mi è piaciuto di meno, tuttavia ci tengo a precisare che il mio è un parere strettamente personale. 



Titolo: Fenix e la chiave di Moses - il torneo di Hûn

Autore: M. E. Loi

Editore: Bookabook

Data di pubblicazione: 17 settembre 2021

Lunghezza: 375 pagine

Prezzo: 18,00 (cartaceo) e 6,99 (ebook)

Trama: Fenix, giovane figlia di Adham, per metà umana e per metà elfa, ha passato gli ultimi tre mesi della sua vita a Miriël, lontana da casa e da sua madre. Lì ha potuto frequentare i Giardini, la scuola elfica per eccellenza, e conoscere alcuni dei figli di Minhar che popolano Ethernity, la capitale degli elfi. I tre giorni di licenza a casa provano però Fenix nell’animo: è venuta a conoscenza di una triste verità riguardante suo padre e l’amicizia con Andrew ha preso un taglio decisamente inaspettato. Con il cuore in subbuglio, la Ragazza di Luna torna ai Giardini sempre più decisa a scoprire chi sia il suo tutore. La luminosa capitale degli elfi, però, sta per essere inghiottita da un’oscurità proveniente da un sanguinoso passato, e i Corvi, seguaci del crudele Tragokadon, si stanno adoperando per farle strada. Inoltre, le insidiose prove del Torneo di Hûn si avvicinano, e Fenix ha deciso di parteciparvi, sicura del supporto dei suoi amici. Ma se si sbagliasse? Perché nulla è ciò che sembra…


"Il tempi può essere un grande ostacolo, ma anche un grande alleato nella vita. E tu, in quali vesti decidi di utilizzarlo?" 

All'inizio veniamo catapultati in un nuovo regno: Hades. Lilith, il mezzo demone, torna a casa grazie alla licenza e fa scoprire al lettore un mondo più spietato di quello a cui eravamo abituati nel primo volume. E sapete cosa? Mi è piaciuto da morire. Se Mirïel nasconde sotto il tappeto il marcio della sua società, qui i demoni non si preoccupano di rivelare il loro vero carattere e di scatenare il peggio di sé. 
In più, è stato bello poter scorgere un minimo di quello che passa per la testa di Lilith. Per quanto il capitolo con il suo povero sia stato corto, sono riuscita decisamente ad affezionarmi a lei e a immergermi nei suoi panni. 
Da questa situazione mi è venuto in mente un graffito di Bansky, che ho dovuto studiare a scuola.
C'è anche da dire però, che se da una parte la governante nasconde il marcio, dall'altra parte Fenix e i suoi amici tirano fuori tutto e lo mettono in vista. 


La protagonista invece, a differenza di Lilith, mi ha lasciato un po' allibita sempre per lo stesso motivo che ho scritto nella scorsa recensione. Piano piano, però, già in questo volume ha iniziato ad avere più consapevolezza di ciò che la circonda. Infatti, da una parte le manca la madre e capisce che Mirïel in quel momento non è casa sua, ma dall'altra parte non capisce ancora a cosa sia dovuto quello che prova. 
Lei ha tanti punti interrogativi, senza riuscire a trovare risposte. Ho davvero paura di sapete in che modo Fenix otterrà quelle fatidiche risposte. 

Per quanto mi riguarda, invece, non ho apprezzato granché la grande quantità di domande che qui sono sorte e che si sono aggiunte a quelle che erano già presenti dal primo libro. È che all'inizio si parte con una grande rivelazione e poi è un continuo brancolare nel buio. Avrei apprezzato sapere almeno qualcosa in più sulle due nuove rettrici o qualunque altro personaggio ancora misterioso. 

Allora stesso tempo, però, capisco anche che l'autrice abbia giàprogrammato tutto e che durante il corso dei restanti quattro libri, si scopriranno le carte. So che la sua non è incompetenza e so che ogni singola parola non è stata scritta a caso, sperando di conquistare il lettore. 
Credo anche che in questo caso non sia il libro a conquistarci, bensì è il lettore stesso che cade in una ragnatela e che rimane ammaliato dalla scrittura di Mariella Loi. L'attenzione è sempre alta e spesso per un grande motivo: ci sono paragrafi in cui penso che il narratore si rivolga direttamente a me che reggo tra le mani il libro e ne sfoglio le pagine. Avete presente quando qualcuno vi inchioda con lo sguardo? Ecco, ho provato la stessa cosa durante la lettura e mi è sembrato difficile poter fare altri fuorché leggere. 

Ultima cosa e poi sparisco fino alla prossima recensione: il torneo di Hûn. Per tutto il volume ho atteso di poter scoprire di cosa si tratta e poi è durato meno di quello che mi aspettavo. Diciamo che c'è stato tanto hype e poi l'evento si è dissolto così, come se non fossero successe cose significative. 

"Le nostre paure accecano gli occhi e assordano il cuore, e quando non si può più né vedere né ascoltare, si finisce con il brancolare nel buio più oscuro e freddo, trascinando con se chi, con amore, è disposto a seguirci finanche nell'oscurità più terrificante e orribile."
3,5/5

giovedì 3 febbraio 2022

Fenix e la chiave di Thuta

Io vi sento, cari abitanti di Gea. Dopo un anno esatto dalla collaborazione stretta con l'autrice, vi ripropongo la recensione che ho scritto tanto tempo fa al primo volume. Approfitto dell'uscita del secondo per parlarvi ancora di Fenix e dei suoi amici. Voi avete mai visto l'amore trasformarsi in odio?



Titolo: Fenix e la chiave di Thuta - la Gemma di Osiris 

Autore: M. E. Loi

Editore: Book a book

Data di pubblicazione: 7 maggio 2020

Lunghezza: 464 pagine

Prezzo: 18,00 (cartaceo) e 6,99 (ebook)

Trama: Fenix abita a New York e non è una ragazza come le altre: ha la pelle candida e i capelli color argento. Nonostante si sia trasferita più volte insieme a sua madre e abbia vissuto in altre città, in nessun luogo si è mai sentita a “casa”. La sua vita trascorre tra la strana fissazione di sua mamma per le porte aperte e quel senso di disagio che di notte la tiene sveglia a fantasticare di mondi incantati in cui vorrebbe fuggire. Sogni che diventano realtà nel giorno del suo diciassettesimo compleanno, quando un uomo misterioso le regala una piccola chiave dorata. Essa è il lasciapassare per Ethernity, la capitale di Miriël, il regno degli elfi: un mondo luminoso i cui affascinanti abitanti hanno capelli coloratissimi. Un mondo di luce che nasconde però dei misteri oscuri, come la Gemma di Osiris, il cui risveglio, coinciso con l'arrivo di Fenix, annuncia il ritorno di una terribile e antica minaccia.


"L'amore può grandi cose, Fenix, ma anche cose terribili, atroci e terrificanti. È la forza che muove tutto e da cui tutto prende vita, o morte..." 

Prendete Il Signore degli Anelli, conditelo con un pizzico di Shadowhunters e come guarnizione usate un po' di Harry Potter. Ecco, il piatto che ne uscirà fuori sarà proprio Fenix e la Chiave di Thuta. Tra tutti i fantasy che ho letto nell'ultimo anno, questo è uno di quelli che ho apprezzato di più. 
Il libro può avere delle parti in comune con altre serie, ma sicuramente non manca di originalità. Semplicemente, se quelli che ho menzionato prima vi sono piaciuti, forse forse anche Felix potrà fare a caso vostro. In più, secondo me, se siete dei lettori di "Roxanne - L'ultimo Incanto", potreste dare un'occasione anche a Fenix e viceversa. Non ve ne pentirete. E per quale motivo? Beh, principalmente per il word-building. 

Grazie alla capacità quasi magistrale di Mariella di descrivere il suo mondo, anche noi piccoli abitanti di Gea ci sentiamo coinvolti nel Regno di Mirïel. Fenix, in questo caso, viene travolta da una quantità di informazioni notevole e cerca come può di assimilare tutto e ambientarsi il più possibile in quello che è la sua nuova casa, ovvero Ethernity. E vi dico, il romanzo è ricco di dettagli che, oltre a farci conoscere la scuola di magia, ci permette di empatizzare con i personaggi e conoscere meglio le caratteristiche che li rendono unici. Penso che l'autrice sia riuscita a soddisfare pienamente la mia curiosità riguardo a un mondo che prima non conoscevo. 


La protagonista, appunto Fenix, è una diciassettenne dall'aspetto particolare e dalla sensazione costante di trovarsi fuori luogo nella città affollata di New York. Tutto intorno a lei si muove, cambia, o peggiora e Fenix non sembra accorgersi di nulla. Non lo fa quando si trova di fronte alla Porta del Vero Io e neanche quando sente delle voci parlare della Gemma di Osiris. Elfi millenari e non la aspettavano da molto tempo e, come risvegliati, circondano Fenix per degli intrighi che ancora bisogna scoprire. 
Mi sono trovata molto distante da lei per via della sua ingenuità. Non si accorge effettivamente di quello che si muove intorno a lei, così Lyght la salva più volte da incontri spiacevoli o da situazioni sconvenienti. Questo punto di partenza mi fa pensare che nel corso della saga la nostra protagonista cambierà. E anche tanto. Secondo me si troverà faccia a faccia con la realtà e potrà solo farsi forza per combattere. Mi aspetto, tuttavia, di vederla lottare con gli stessi principi del primo volume e circondata sempre dai suoi amici. 

E a proposito di amici, io ho amato veramente ognuno di loro, a partire da Hellawess, per poi imbattermi in Lilith e per finire con il principe Ithan. Grazie a loro, il lettore capisce quanto valore abbia l'amicizia e che dai nostri legami possiamo imparare molto. Ognuno di loro ha un carattere diverso, con passioni e abilità diverse. Questo non ferma Fenix dallo stringere amicizia con un mezzodemone piuttosto che con un principe come Lyght. Il modo in cui poi tutti loro reagiscono agli eventi mi è piaciuto proprio tanto. E forse di questo ne parlerò meglio nella recensione del secondo volume. L'unica cosa che posso dire a voi lettori e anche ai personaggi è che niente è come sembra e che bisogna pensarci due volte prima di trarre conclusioni affrettate. In più, non è sempre oro tutto ciò che luccica e Mirïel piano piano sta rivelando il lato oscuro ai suoi abitanti. 

Ultimissima cosa: qui si viene messi di fronte ai propri desideri più oscuri, quelli che nessuno vuole mai rivelare o quelli che sono dentro di noi ma non ce ne rendiamo conto. La Porta del Vero Io mette alla prova i protagonisti e i lettori stessi. Cosa scoprirete? 

"Ogni vittoria ha le sue conseguenze, signorina Sindonia. Vincere una battaglia non equivalente a vincere la guerra." 

⭐⭐⭐⭐⭐/5

domenica 30 gennaio 2022

La verità è che non sei distante abbastanza

Ciao a tutti, cari lettori! Negli ultimi tempi mi vedete recensire più romance del normale e me ne sorprendo anche io. Non so perché sento il bisogno di uscire dalla mia comfort-zone per esplorare generi e stili di scrittura totalmente diversi da quelli a cui sono abituata. Forse sarà solo un caso, ma tutti i romance in cui mi imbatto mi piacciono da morire. Strano, se consideriamo che di solito parlo sempre male di questo genere.
"La verità è che non ti odio abbastanza" mi ha incuriosita parecchio, tant'è che ho subito accettato la richiesta di collaborazione dell'autrice. 
Ma di cosa parla esattamente?


Titolo: La verità è che non sei distante abbastanza 

Autore: Chiara Parenti

Editore: self-publishing 

Data di pubblicazione: 10 agosto 2020

Lunghezza: 181 pagine 

Prezzo: 2,99 (kindle)

Trama: Un’ipocondriaca costretta in casa con l’ex fidanzato durante una pandemia globale. Riuscirà a sopravvivere al lockdown?

Marzo 2020.
Elena Tonelli è furiosa. L’Italia è in lockdown e lei è rimasta bloccata a Reggio Emilia in un appartamento che odia insieme a Lorenzo, l’ex fidanzato fedifrago che l’ha tradita e dal quale vorrebbe stare a molto più di un metro di distanza.
Pasti separati, letti separati, spesa separata. Le regole della prigionia sono chiare ma, anche così, le battaglie sono all’ordine del giorno. Ipocondriaca nel mezzo di una pandemia globale, Elena trascorre le giornate a disinfettare qualsiasi tipo di superficie, dalle 3564 fughe dei pavimenti di casa alle zampe del cane.
Lorenzo invece è molto più rilassato su questo punto: entra ed esce di casa ogni giorno con disinvoltura, senza mai dire dove vada, cosa che manda Elena fuori di testa. Per fortuna ci sono le amiche Rebecca, Asia e Giulia che, anche se lontane, le fanno sentire la propria vicinanza tra messaggi e videochiamate.
Ma a riempire di colore le giornate grigie di Elena è Alessandro, un affascinante giovane imprenditore che aveva conosciuto qualche mese prima e che sembra intenzionato a volere molto di più che chattare con lei.
Tutto cambia la sera del 18 marzo, quando alla tv passano le immagini dei mezzi dell’esercito che trasportano le bare via da Bergamo: per la prima volta, Elena e Lorenzo si rendono conto della gravità di quello che sta succedendo fuori dal loro appartamento, e allora anche la lite sulla tavoletta del wc rimasta alzata perde di significato.
Inaspettatamente ricominciano a parlare e in casa inizia il cessate il fuoco. Sarà solo una tregua provvisoria o, intrappolati insieme, riusciranno anche a riscoprire quello che li univa prima? E Alessandro cosa farà? Resterà a guardare? 

INNAMORARSI ANCORA O IMPARARE AD AMARE: TU COSA SCEGLI?

Un romanzo vivace e pieno di brio per accarezzare i cuori con una ventata di leggerezza, dopo i pesanti mesi di lockdown. Una commedia romantica ironica e frizzante, perché alla fine è il sorriso la cura più efficace contro le avversità della vita. 
Se, della stessa autrice, avete amato "Tutta colpa del mare", ecco un nuovo romanzo fresco che si beve tutto d’un fiato!



La copertina non lascia spazio all'immaginazione: la mascherina lancia un messaggio chiaro sul periodo in cui la nostra Elena si trova. La sua espressione arrabbiata, a maggior ragione, ci fa credere che niente stia andando secondo i suoi piani. Ed è proprio così poiché agli albori di un lockdown terrificante lei viene tradita dal fidanzato e licenziata dal lavoro. Per fortuna, o per sfortuna, accadono degli eventi uno più imbarazzante dell'altro, che mi hanno portato a ridere tantissimo. Non credo di essermi divertita così tanto nel rivivere un momento come la quarantena del 2020.
Attenzione però, perché il libro non è fatto solo da risate. Ci sono tanti piccoli messaggi lungo il percorso di Elena e Lorenzo che mi hanno fatto riflettere. 

L'autrice ci ricorda il triste giorno in cui le bare hanno lasciato Bergamo e i suoi cittadini hanno potuto assistere alla processione dalle finestre di casa o in TV. Proprio questa notizia pone fine ai litigi tra la protagonista e il suo ormai ex. Solo in questo modo hanno ottenuto la consapevolezza di essere ancora vivi, di stare ancora bene e che non c'è alcun bisogno di tirarsi piatti addosso o di lasciare le ante dei mobili aperte per farsi del male. Loro, seppur in una situazione terribile, sono al sicuro nella loro casa. Proprio per questo decidono di collaborare, appianando piano piano le divergenze. 

Hanno modo di chiarirsi, di scoprirsi una seconda volta e di reinventarsi. 
Singolarmente avevano grandi progetti, ma mai prima d'ora ne avevano condiviso uno insieme. Si sono fatti forza e per una volta, da quando convivono, si sono ascoltati a vicenda.
Elena ha un grande problema con la madre: non la supporta mai, cosa che invece fa con il suo primogenito. "Poverino mio figlio è in ospedale a salvare vite", "mio figlio ha una vita perfetta con sua moglie", "Poverino mio figlio potrebbe soffrire per questa situazione". Mai però la madre si è preoccupata dei problemi di Elena. Mai una volta ha elogiato il suo operato. È così che lei si fa in quattro al lavoro per cercare di rendere fiera la madre. Fa turni spropositati, accetta progetti grandi e li porta a termine con successo solo per rendere fiera la donna che l'ha messa al mondo. I suoi sogni, tuttavia, vengono infranti ogni volta che dice "bravo mio figlio" e non aggiunge una buona parola anche per Elena. Senza rendersene conto, la nostra protagonista trascura il fidanzato a favore di un trauma molto grande e il fidanzato finisce per tradirla. 
Io qui mi sento di giustificare Lorenzo e di dargli ragione e non perché abbia fatto bene a portarsi a letto un'altra. Anche lui, come Elena, aveva i suoi problemi e non è stato ascoltato. Aveva grandi progetti, a cui però ha rinunciato per inseguire quelli di Elena. Il suo lavoro non lo soddisfaceva e quando tornava a casa non trovava un solo valido motivo per continuarlo. Trasferitosi in una città per amore, ora si trova in difficoltà perché non trova una vita d'uscita. 
Ho capito il suo punto di vista, insieme a quello di Elena. Sono due facce della stessa medaglia che vanno ascoltate prima di sputare sentenze su chi abbia ragione o torto. 

Secondo me hanno avuto torto entrambi, ma hanno avuto anche il coraggio di ammetterlo e di darsi una seconda possibilità. 
In tutto questo, però, non mancano le scene divertenti. Un esempio è quando Elena va in bagno mentre è in videoconferenza e dimentica la telecamera accesa prima di abbassarsi in pantaloni e accomodarsi sulla tazza del water. Ecco, lì ero indecisa se morire di vergogna per lei o se ridere come tutti i suoi colleghi di lavoro. O quando, dopo aver mangiato del sushi avariato, vomita nel cortile di casa durante un picnic con un uomo veramente galante. Le sue disavventure sicuramente vi strapperanno un sorriso, soprattutto grazie allo stile dell'autrice.
 
⭐⭐⭐⭐/5

domenica 23 gennaio 2022

L'amore al tempo della musica

Ciao a tutti, cari lettori. Ho iniziato il mio percorso di bookblogger con il libro di Giulia Esse e dopo quasi due anni vi riporto tra le pagine di un suo libro.
Questa volta non parlerò di uno dei suoi fantasy orientali che tanto amo, ma di un altro genere: il suo romanzo storico ambientato a Venezia. Insieme ai protagonisti ho viaggiato lungo strade che non ho mai visto con i miei occhi. Ora, però, vorrei che anche voi possiate avete la stessa possibilità di ammirare la piazza di San Marco e le altre meraviglie.



Titolo: L'amore al tempo della musica

Autore: Giulia Esse

Editore: Pubme (collana Io me lo leggo)

Data di pubblicazione: 11 ottobre 2019

Pagine: 299

Prezzo: 16,50 (flessibile) e 2,99 (ebook)

Trama: Venezia 1797. Napoleone Bonaparte è ormai alle porte della Serenissima: dopo tanti colpi e sventure, presto la Repubblica cadrà. Insieme all'orgoglio della città deve piegarsi anche quello di Anna, giovane sposa costretta dai debiti del marito a trasferirsi nella casa dello zio di lui, Fosco Alvise Candiani, il più acclamato compositore di Venezia. Abbandonata in una casa ostile, strappata ai suoi affetti e a tutto ciò che conosceva, Anna si aggrappa all'unica cosa che le resta: il suo sogno di diventare violinista. Per farlo, è pronta ad assumere l'identità del marito, di cui nessuno ha più visto il volto fin da quando era ragazzo. Nei panni di un uomo, Anna trova la libertà che ha sempre bramato, ma rischia di perdere se stessa. E gli occhi severi di Fosco, l'uomo che sembra la sua perfetta antitesi, sono pronti a ricordarglielo in ogni momento. Echi di concerti, clangore di spade e pettegolezzi sussurrati corrono tra le rughe e le calli, ma tra i mille specchi di Venezia si cela la domanda più importante di tutte: è più giusto vivere secondo coscienza, o secondo reputazione?



"L'amore, in povertà, è destinato a mutare in risentimento, bimba mia." 

Sin dal principio si avverte la magia di Venezia, grazie a un personaggio che la vede per la prima volta e un altro che ha avuto il tempo di una vita per affezionarcisi.
O forse non proprio dal principio, poiché l'autrice si prende il tempo per mostrare una piccola parte di Vienna e la vita coniugale fallita di Anna e Lorenzo. Forse erano quelli giusti al momento sbagliato, forse nessuno dei due era destinato all'altro. Fatto sta che all'improvviso il loro amore è cambiato, seguendo le correnti di una vita povera e per lo più infelice. 

Lorenzo, inseguito dai suoi creditori, fa una sola cosa buona da quando ha preso in moglie Anna: la porta a Venezia, dal zio di lui. Lì, la abbandona per inseguire i sogni di Napoleone, però nonostante il dolore provato lei è finalmente libera. E non libera dalle imposizioni, dalla società, dal mondo che la vuole come produttrice di figli; lei è libera di reinventare se stessa e di capire chi è veramente. 

In un primo momento lei fugge dalla sua essenza, prendendo le vesti di un uomo, di suo marito partito in guerra. Grazie a un aspetto quasi maschile, lei ottiene il rispetto dei nobili e una voce in mezzo all'oceano di persone che tentano di emergere, di sopraffare tutti gli altri. Anna stessa dice "da uomo poteva farsi ascoltare" e si crogiola in quello status che una donna come lei non avrebbe mai potuto avere. Va invaghire qualcuno di lei, inizia a suonare in un'orchestra, osa persino sfidare a duello un uomo. Tutto questo però è un castello di carte destinato a cadere appena un filo di vento più forte degli altri soffierà su di lui. Anna sarebbe soffocata sotto il peso della sua costruzione caduta in rovina se non fosse stato per Fosco Candiani. 

Quell'uomo l'ho amato dall'inizio alla fine, ma più di tutto ho apprezzato l'insegnamento che ha dato alla fine: non perdere mai se stessi neanche quando la situazione è delle peggiori. Risveglia Anna dal suo sogno di essere uomo e la riporta con i piedi per terra. Le mostra che da sola è meravigliosa e che non ha bisogno di nascondersi agli altri, non ha bisogno di vesti non sue per brillare. Anna non poteva essere un fiore che cercava di tornare bocciolo. 
Proprio per questo, il finale l'ho trovato assolutamente originale e adeguato per una personalità come la sua. Sebbene una parte di me abbia sperato in un lieto fine in cui il principe salva la principessa e poi vivono felici e contenti per sempre, avvolti dall'amore forte di cui le favole parlano da quando ne ho memoria, concordo pienamente con la svolta particolare che non ha niente a che fare con le favole o con i finali tragici dei poeti romantici. 

"Un primo istinto l'avrebbe condotta a stringersi attorno al suo braccio per cercare protezione, ma desiderava essere forte e dunque avrebbe dovuto camminare da sola." 

Questa frase racchiude un grosso riferimento al mondo odierno, nonostante il romanzo sia ambientato durante l'età napoleonica. Qui c'è una donna che tenta di essere la sua stessa forza, la sua unica colonna portante. Spesso, nei momento di fragilità ci si espone ad altri per trovare protezione. Anna però si erge in tutta la sua bellezza e caparbietà e cerca di essere indipendente da suo marito. 

Mi ci sono ritrovata molto in questa scena perché è sempre stato il mio pensiero. Non per fare la First Lady emancipata, che non ha bisogno di nessuno perché ha sempre combattuto contro il mondo da sola, bensì perché desidero guardarmi indietro ed essere fiera di me stessa. Vorrei ricordare i miei momenti di difficoltà per poi dire "ce l'ho fatta con le mie forze". Non cerco granché l'approvazione degli altri, ma per la maggior parte la mia nei confronti di me stessa. 
Ecco, ho sperato che anche Anna potesse essere così per almeno una briciola del suo essere. 

"Eterno? Non sapete di cosa state parlando, signora. Romeo e Giulietta si amano in eterno perché sono morti. Non hanno avuto il tempo, né modo, di portare alla distruzione il loro matrimonio." 

FOSCO. Cari lettori non avete idea di quanto Fosco abbia lasciato radici profonde in me. Lui è il cinismo fatto persona. Non crede nell'amore, non ha intenzione di abbandonarsi alle emozioni e, soprattutto, affronta la vita con un rigore mai visto prima. Se fosse nato in Giappone, avrebbe potuto essere un samurai. 
In più, secondo me, ha la capacità di essere amabile. Con Anna è sempre austero, ma ogni tanto si scioglie se deve prendere parte a qualche gioco nobiliare o se deve ottenere il favore di quei ricchi che poi parteciperanno al suo spettacolo. 

È un grande musicista, dunque ha imparato a tenere a freno le emozioni per far sì che la sue esecuzioni escano perfette. Tuttavia, lui le emozioni non le reprimere soltanto: lui le plasma a suo piacimento. È dotato di un'arte difficile tanto quanto affascinante. 

"Noi esseri umani, temo, non siamo in grado di vivere alla pari, così affamati di supremazia."

C'è un motivo, però, se non ho deciso di dare il massimo dei voti al romanzo. Sia chiaro, ho amato la trama in tutte le sue sfaccettature e di nuovo sono riuscita a confermare il talento di Giulia per la scrittura. E allora dov'è il problema? È l'edizione perché non rende affatto giustizia a un capolavoro come questo. 

La copertina non rispecchia il contenuto perché non basta scegliere uno strumento qualunque e piazzarlo lì con qualche nota. In più, all'interno ho trovato vari refusi e molto spesso le caporali dei dialoghi erano assenti. Ritengo il costo, dunque, troppo alto per un prodotto del genere. Avrei preferito vedere un'edizione più curata dal punto di vista grafico e non solo.
Proprio per questo, penso che se non avessi conosciuto l'autrice grazie ai suoi romanzi precedenti, non avrei mai pensato di acquistare il libro di punto in bianco o di chiedere una collaborazione. Tuttavia, penso che l'acquisto sul kindle ne valga veramente la pena.

"Narciso sull'acqua si riflette
come fiore sul capo si flette.
Eco con la voce di specchia 
e in antichi canti invecchia." 

⭐⭐⭐⭐/5