mercoledì 29 luglio 2020

Nati sulla terra (recensione)

Data di pubblicazione: 24 settembre 2018

Pagine: 335

Editore: independently published

Disponibilità: Amazon e Kindle Unlimited

Prezzo: 9,98 (cartaceo) e 2,99 (ebook)

Trama: Un professore quarantenne, una donna affascinante ed un mistero che coinvolge un'organizzazione segreta.Durante una conferenza per presentare il suo ultimo saggio, Daniel Warviz, professore e linguista, espone ipotesi controverse sull'origine aliena delle civiltà antiche.Il suo prossimo libro che cita alcune tesi sugli Antichi Astronauti promette di essere un grande successo, poiché basato su un prezioso diario che testimonia l’uso di ingegneria genetica già millenni orsono.Proprio durante questa conferenza Warviz incontra Laila: una mediorientale misteriosa quanto affascinante che si dimostra interessata a scoprire come lui sia entrato in possesso di questo documento dal valore inestimabile.Purtroppo per il professore, Laila non è l’unica che vuole porgli questa domanda.Warviz si ritrova così, suo malgrado, coinvolto in una guerra che va avanti da millenni, una faida che si consuma attorno ai discendenti di “Coloro che vennero dal Cielo”.Il professore finirà per svelare molti segreti, forse molti di più di quanto avrebbe desiderato..."Come Dan Brown, nel miglior modo possibile."Il mondo di Nati sulla Terra tornerà con "Il Giudice", in uscita a Luglio 2020.


Ed eccomi di nuovo qua, ragazzuoli. 
Oggi vi propongo un libro che non mi ha convinta del tutto, ma che consiglio di leggere comunque almeno una volta nella vita indipendentemente da cosa vi piace leggere.
Sarà che io leggo davvero di tutto e non mi sono fatta frenare dalla scritta a caratteri cubitali "fantascienza". Ho sempre odiato incondizionatamente il genere, ma finalmente ho abbattuto anche questa barriera e, anche grazie a F.L. Scala, ho scoperto che non mi dispiace affatto!
Già dalla mail, ho capito che "Nati sulla terra" avrebbe fatto a caso mio: datemi teorie sulla bibbia e grossi paroloni riguardo agli dèi e mi avrete conquistata.
Ecco, questo libro parte proprio così. L'incipit mi ha fatto dire "ok, può avere inizio la mia collezione" e infatti in futuro vedrete una carrellata di recensioni a riguardo.

Partiamo col dire che di fantascienza non ne so proprio niente: oltre alla saga di Divergent non ho mai letto nient'altro. Tuttavia mi hanno sempre interessato quei film sulla fine del mondo o cose su alieni che cercano un contatto con la terra. E, consapevole che il cinema è ben diverso dai libri, ho fatto giusto un paio di ricerche per assicurarmi di non sparare la cavolata del secolo.
Possiamo continuare, dunque, asserendo che "Nati sulla Terra" è un buon romanzo per chi si approccia per la prima volta a un genere tanto vasto e contorto come quello che stiamo trattando adesso.
Per chi fosse a digiuno, non preoccupatevi perché filerà tutto liscio come l'olio grazie allo stile fluido e chiaro dell'autrice.
L'opera l'ho classificata tra gli "easy", ovvero quei racconti in cui viene sfruttato poco l'aspetto scientifico e si parla più di guerra, sociologia e filosofia; il che permette di avere un gruppo di lettori più numeroso. Per questo, ragazzuoli, in questa recensione voglio sia invitarvi a compiere un buon acquisto sia dispensare consigli utili a chi sogna di scrivere un libro.

Ma di cosa parla effettivamente "Nati sulla terra"?
Abbiamo un professore e scrittore alla ricerca della verità sulle creature che abitano il nostro universo e un diario che lo spinge a trarre delle conclusioni che si avvicinano molto alla realtà. Lui, tuttavia, non sa che quei fogli ingialliti saranno portatori sventura oltre che del suo successo. 
Confesso che mi sono sempre piaciuti i libri i cui protagonisti sono adulti perché mi ritrovo di più nei loro comportamenti e nelle loro scelte. Quel che mi ha colpito di Daniel Warviz è che, fino ad ora, è stato uno dei personaggi più realistici che ho incontrato da quando leggo. Insomma, nelle prime pagine trapela l'ansia dovuta a una conferenza ed credo sia una reazione così naturale, così umana. Più di una volta lui dimostra di provare sentimenti e sensazioni che vanno in contrasto con la realtà che lo circonda. E se questo piccolo dettaglio mi ha catturata, la sua teoria sugli Elohim non mi ha più fatto staccare gli occhi dal libro. 
Posso dire con certezza, quindi, che questo è uno degli inizi migliori che abbia letto, uno di quelli che mi hanno fatto dire "sì, ne vale la pena leggerlo" anche se il libro poi non rientra nella mia top five.


Soggettivamente il libro mi è piaciuto e lo rileggerei anche in futuro, ma oggettivamente qualche pecca c'è e qui entra in gioco la mia mente da critica letteraria affermata (vi prego, percepite la mia nota sarcastica). Se l'inizio è avvincente, non posso dire lo stesso del resto. Sappiamo che nella fantascienza è necessario che si crei suspense per mandare avanti il tutto, ma bisogna anche stare attenti a non far scemare la suspense in qualcosa che si può associare alla noia. Si parte con un  mistero, con un linguaggio tipico di scienziati e ricercatori, ma poi bisogna mettere la carne sul fuoco e far evolvere la cosa. Bisogna aggiungere qualche colpo di scena durante la narrazione o qualche rivelazione sconcertante per far provare emozioni al lettore di continuo e, in questo modo, farlo affezionare alla trama. In "Nati sulla Terra", lo sviluppo non rivela alcunché: abbiamo un professore che rimane rinchiuso in una biblioteca super segreta, ma che non può sapere niente riguardo al mondo di cui è entrato a far parte. Non possiamo nemmeno capirlo perché non sembra apparentemente disorientato; a Daniel basta la sua relazione e le traduzioni per dei possibili best-seller. Perché il protagonista non si fa domande? Perché non pretende delle risposte? Semplicemente, perché?
La cosa più emozionante durante la parte centrale della storia è il viaggio di Achilles e le sue scopate con le donne dei Children of the Stars. Poi, tutto d'un colpo, verso la fine, si svelano dei segreti che nessuno si aspettava. Si inizia con un'incognita: chi ha dato il diario a Warviz? Ma per il resto non c'è stato nemmeno un accenno. 
In questo caso non sarebbe stato male se almeno una delle notizie fosse arrivata prima, in modo da far rimanere alta l'attenzione dei lettori.
Non so se mi sono spiegata in modo comprensibile, ma resta il fatto che la botta finale non mi ha sconvolta tanto quanto avrebbe dovuto. 

Un punto interrogativo, invece, che mi è sorto fin da subito è: perché bisogna organizzare quella conferenza? L'autrice giustifica ogni azione o pensiero dei personaggi, eppure lascia questo grosso punto interrogativo. Perché Laila ci tiene così tanto? Se lei e Mankieviz vanno già a braccetto, perché mai dovrebbe scoppiare una guerra tra lo CNAM e i laboratori del dottore? L'unica cosa che andava giustificata non è stata giustificata. E dico così perché di recente ho visitato su Instagram uno di quei profili che elargisce consigli agli scrittori. L'autore in un post affermava che sta al lettore trarre le conclusioni e che lo scrittore non deve sempre fornire le spiegazioni a tutto. Se il personaggio è stato inquadrato bene, il lettore capirà il perché di certi suoi pensieri e capirà anche cosa l'ha spinto a reagire a determinate rivelazioni. In questo libro ci viene dato tutto su un piatto d'argento, senza alcun bisogno di scervellarci sul chi o sul come. Così una buona trama come quella di "Nati sulla Terra" perde un pochino del suo valore.

Abbiamo altri due problemi qui: il ruolo marginale di Daniel e il modo in cui il sesso viene affrontato in queste pagine. Quello che sembrava essere il protagonista viene lasciato da parte e durante lo sviluppo del romanzo il suo unico compito è quello di essere innamorato di una donna. Ogni tanto gli si dà spazio, ma le sue uscite non sono delle migliori. Per esempio, quali sono le scoperte del professore? Ha un contratto di sei mesi per tradurre tutti i reperti dello CNAM. Ebbene, quali sono queste scoperte? Si parla tanto di appunti, di una battaglia, eppure non c'è nulla di concreto. Possibile che quelle informazioni siano così segrete che nemmeno noi lettori meritiamo di ascoltarle? Che tipo di battaglia è avvenuta a pagina 150, per esempio? Perché Daniel non ha approfondito la cosa? 
E per quanto riguarda il sesso, una cosa assolutamente normale, qui appare come una cosa fuori dal comune, estranea alla vita di tutti i giorni e più astratta delle prove che lo CNAM ha per dire che Achilles è il figlio di chissà quale dio. Il libro mi ha dato la sensazione che anche solo pronunciare la parola "sesso" è fonte di vergogna e disagio. Una cosa abbastanza innaturale per un rubacuori come il nostro Achilles o per uno con tanta esperienza come Daniel.  

Ok, ora che questa grossa parentesi è finalmente chiusa e ho finito di fare l'esperta della situazione (che poi non sono), vi dico di prendere le mie parole con le pinze sia che siate scrittori sia che siate lettori.
Come ho detto, il libro merita di essere acquistato e letto, tuttavia alcuni piccolissimi dettagli a me hanno fatto storcere il naso e non posso dire che il libro è perfetto solo per fare un po' di buona pubblicità all'autrice.
Una medaglia ha due facce, quindi perché dovrei nascondere quella più dolorosa e limitarmi a mettere in risalto solo i punti positivi di un libro?
Ho promesso di elargire pareri schietti, ma ho notato che a volte questo mio modo di recensire non viene apprezzato. Mi chiedo dunque il perché. 


Abbiamo per le mani una trama interessante, avvincente, che può conquistare i cuori di tutti. 
Durante la lettura ci immergiamo nella realtà creata dall'autrice ed entriamo in contatto con personaggi con cui entriamo in empatia, ci immergiamo nei loro panni e proviamo quello che provano loro. Abbiamo addosso l'invidia di Mich-El, il dolore di Daniel Warviz, ma soprattutto il conflitto interiore di Laila. Lei, una donna senza dubbio affascinante, non riesce più a vivere come vorrebbe a causa della morte del fratello Harun e si porta dietro un enorme fardello, che ogni giorno diventa sempre più grande fino a schiacciarla. Si tratta di incontrare donne forti come Bre, che ha perso un braccio per continuare a vivere, e donne come M, tanto altezzosa e vendicativa. Abbiamo il subdolo Mankieviz che appare un po' come l'antagonista, ma che poi tanto antagonista non è data l'ultima rivelazione prima della fine del libro. 
Un piccolo gioiello da avere in libreria per i comportamenti verosimili dei personaggi, per la trama a dir poco originale e per un finale aperto che ci spinge sicuramente ad acquistare anche il sequel "Il Giudice". 
È un groviglio di teorie affascinanti che ci spinge a volerne sapere di più sugli Elohim, ma purtroppo nel primo libro non troverete le risposte che anche io sto cercando. Con questo libro si entra nella mente di uno scrittore il cui nome potreste vederlo in qualsiasi. Potreste vederlo, leggere il titolo del libro e dire "che enorme ca*ata". Ma se, invece, quel soggetto in particolare avesse avuto un incontro ravvicinato con le creature di cui parla il suo libro? Con "Nati sulla Terra" potete fantasticare su tutto ciò e potete anche vedere la differenza tra un possibile truffatore e un ricercatore con fonti "sicure".
Inoltre, questa è un'occasione per vedere le cose dal punto di vista di un adulto, nel caso foste soliti a leggere libri i cui protagonisti sono adolescenti. E, sinceramente, io preferisco quando i personaggi sono più grandi perché entro in contatto con una mentalità diversa dalla mia. Non so se mi spiego. 

Beh, ragazzuoli, io non ho più niente da aggiungere.
Daniel e Achilles vi aspettano!

"Qualsiasi cosa tu potrai essere per me, ci sarà sempre un velo tra di noi, un muro di cose non dette, di segreti non rivelati."


Contatti:

Per collaborazioni, potete scrivermi in direct su Holfast_ o alla mail alba88620@gmail.com

Ig: flscala

domenica 19 luglio 2020

Cercando di trovare me stessa (recensione)

"Occhi lucidi se penso
a quanto tempo abbiamo perso
tu che mi uccidi ridendo
siamo polvere nell'universo."

Un tuffo nell'ignoto, un viaggio per cercare se stessi tutto in salita dopo una vita passata nell'ombra di qualcun altro. Questa è la sintesi striminzita della recensione di oggi.
Avrei tanto voluto dare la precedenza a questo ebook e far uscire la recensione ad aprile, ma non ho trovato giusto dover fare un torto agli altri autori per le mie preferenze. Diciamo che se qualcuno volesse collaborare con me, dovrebbe prenotarsi con mesi di anticipo per avere per tempo il mio parere. Leggo lentamente gli ebook perché sono miope astigmatica e questo mi crea non pochi problemi, eppure non rinuncio a collaborare con gli autori che mi offrono la loro copia digitale. Amo la lettura e ci tengo a sostenere gli autori emergenti, ecco tutto.

Soprattutto se tra gli autori emergenti c'è la fantastica Checca_b, che adoro quasi al pari della Dea Persefone. Ho iniziato a leggere i suoi libri per via degli scambi di lettura su Wattpad e da lì non ho mai smesso di sostenerla. Siamo partite da "Cercando di trovare me stessa" per finire con la trilogia dei legami. Ho seguito la nostra autrice in un percorso di crescita artistica (se così si può definire) e trovo ancor più meraviglioso il risultato che ha ottenuto, sapendo da dove ha iniziato e come il suo modo di scrivere si è evoluto. È passata dallo scrivere storie abbastanza pesanti a causa degli errori al creare libri che sono in grado di tenere gli occhi del lettore incollati alle pagine.. Nel tempo Checca_b è migliorata oltremodo, diventando brava nell'arte della scrittura perché sa comprendere i suoi lettori e soprattutto gli adolescenti che popolano il nostro mondo.

Insieme a lei abbiamo tutti trovato noi stessi, o almeno una parte. Io, per esempio, sono ancora alla ricerca di quello che sono e che voglio diventare, ma il suo libro mi ha aiutato a trovare la forza di proseguire e rialzarmi.
Ho letto "Cercando di trovare me stessa" in un periodo "no" della mia vita. Mi sono sentita persa, come un'anima del limbo che vaga all'interno senza una meta precisa perché non ha più idee e stimoli. Per me le settimane durante la lettura sono state una presa di coscienza di ciò che ero, di ciò che sono e di quello che potrei essere se solo trovassi la forza di credere ancora in qualcosa. Per rialzarsi c'è chi crede a un qualche Dio, io invece credevo in me stessa. Nel momento in cui mi sono persa non ho più avuto il mio punto di riferimento ed è stato terribile. 

 "Quelle frasi addosso come se fossero tatuate
fanno ancora male anche se adesso sono più lontane.
Preferisco altro anche se a volte mi rifugio e piango
E non perché mi sento stanco ma perché combatto
e ripeto a me stesso: non cambiare mai, non farlo."

Se vi ha incuriosito almeno un po' la mia intro, vi invito a continuare a scorrere con il dito per leggere la recensione vera e propria.

Data di pubblicazione: 21 aprile 2020 

Pagine: 350

Editore: Independently published

Prezzo: 17,99 (copertina flessibile)

Disponibilità: Amazon

Trama: Una vita all’oscuro di se stessi o di qualcuno?Quale preferisci? È questo che si chiede inconsciamente Evelyn Fedra Brooke, una ragazza londinese di diciannove anni che decide di voler trovare se stessa partendo per gli Stati Uniti con la propria migliore amica. Si aspettava un viaggio da sogno, ma questo si trasforma nel suo peggiore incubo.Ha sempre saputo di essere l’ombra brutta di Madison Johnson, la sua migliore amica, considerata come una figlia dalla madre, ma non avrebbe mai pensato a quelle semplici parole, che ebbero il potere di distruggerla.Incapace di proferire parola e di ribattere, perché – in fondo – lei non era nessuno in confronto alla perfetta Madison, si rintana in un motel vicino a Boston, dove raggiunge il più profondo abisso del dolore, finché non riceve una mail che le cambia la vita.Dall'altra parte del mondo Aeron Le Blanc, ventiduenne amante dei viaggi, è costretto a tornare a casa per motivi familiari dopo aver fatto il giro del mondo. Burbero e introspettivo, Aeron affronta le persone intorno a lui come se non esistessero, e lo fa perché il suo nome racconta la storia di una famiglia ricca. Chiunque gli parli lo fa con l'intenzione di entrare nelle grazie della sua famiglia.


Ho promesso di essere sincera in questo blog e di non elogiare un autore soltanto perché mi ha inviato il suo libro. Ebbene, "Cercando di trovare me stessa" mi è piaciuto e non mi è piaciuto al contempo. Non giriamoci intorno inutilmente: oggettivamente parlando, è povero nella forma, ma tutto viene compensato dai messaggi che vengono lanciati. È una lettura che scorre velocemente grazie al lessico semplice e arriva dritta al cuore. Ma, sì c'è un ma, se devo aiutarvi a spendere diciotto euro, punterei su altro. Ho valide argomentazioni a sostenere la mia tesi, anche a costo di risultare incoerente. Si tratta di onestà e cercherò di sfoderare tutta l'oggettività di cui dispongo.

Ho penato tanto per questo ebook, ma proprio tanto. L'altro giorno mi è venuta voglia di lanciare il telefono fuori dalla finestra perché per l'ennesima volta la mia app non trovava il file di "Cercando di trovare me stessa" e ho temuto seriamente di perdere tutti i miei appunti per la recensione. Non mi è mai capitato con nessun'altra copia digitale una cosa del genere, ma fortunatamente è filato tutto liscio e ora sono pronta per riscrivere l'intera recensione da capo.

"Voglio gridare fino a perdere la voce, non mi sentono
domani finisce il mondo
salgo sul tetto a guardare il tramonto così non mi prendono
non sai quanto ne ho bisogno
scusa per ciò che t'ho fatto ancora non mi perdono"

Vedete, cari lettori, abbiamo dei pro e dei contro anche per questa trama.
Non mi sprecherò granché per cosa c'è che non va perché, per la maggior parte, si tratta solo di errori di battitura o qualche ripetizione qua e là. Ho segnato tutto quello che c'era da segnare, ma non mi sembra carino fare l'elenco in questo momento. Resta da dire che, prima della pubblicazione, un editor professionale avrebbe tranquillamente eliminato ogni sorta di refuso. E lo dico come consiglio spassionato a chiunque di voi sogna di avere il proprio libro tra le mani: un editor serve, sempre e comunque. Mi collego alla frase di EditareRomanzi che condivido appieno: "il mondo dell'editoria è fortemente competitivo; soprattutto in Italia, soprattutto oggi. Gli editori ricevono ogni giorno centinaia di manoscritti: la selezione è drastica, l'approssimazione non è giustificata. Per questo eventuali sbagli causati dall'inesperienza non possono essere perdonati." Quindi come si può sbarcare nel vasto mondo dell'editoria e cadere proprio su un qualcosa di così banale? Ci sono lettori esigenti come me che condannano l'autore per la forma o per la grammatica. Non a caso, io prima di acquistare un libro o prima di accettare una collaborazione leggo sempre un estratto o anche solo la prima pagina e poi, solo se il pezzo è privo di errori, lo acquisto o accetto di recensirlo nel blog. Per coinvolgere un maggior numero di lettori, bisogna avere cura dei dettagli perché sono quelli che fanno la differenza. Nei prossimi mesi approfondiremo meglio questo argomento con la recensione di "Vicino a te" di Althea Principali.

Ora che ho finito di spiattellare apertamente la mia passione per l'editoria tanto da volerla studiare all'università, possiamo passare alla parte interessante perché ho straparlato anche troppo.
Il libro inizia con una partenza, come prevede il manuale per scrivere una buona storia d'amore.
Non ho nulla contro l'dea, bensì contro quello che ne è uscito fuori. Abbiamo un salto temporale pazzesco che mi ha lasciata disorientata e una serie di avvenimenti affrettati che non mi hanno dato tutta questa gran voglia di proseguire la lettura. Però vi dico di non abbattervi per un bacio senza senso e una borsa di studio vinta in una giornata (manco stessimo giocando alla lotteria), né per l'uscita improvvisa della madre della protagonista. Andate oltre, lasciate correre e cercate di recepire esclusivamente il messaggio che l'autrice vuole trasmettere, nient'altro. Non ponetevi domande, non analizzate la trama nei minimi dettagli come ho fatto, o vi rovinerete la lettura. Forse dipende dai generi che si preferisce, ma l'incipit non è piaciuto granché. Bello il significato, ma il modo in cui viene raccontato non lo è altrettanto. Questo è il genere di libro che si legge per liberare la mente e per sognare una storia d'amore alla Bella ed Edward. Sostengo che sia più adatto per delle lettrici particolarmente giovani, che ancora non conoscono il mondo e men che meno la grammatica italiana.

Un ultimo appello alla parte "pratica della recensione". È legale inserire citazioni di libri e testi di canzoni senza inserire i diritti d'autore? Ho visto che in "Promises" l'autrice li ha menzionati per evitare qualunque problema legato al copyright. Perché questa volta dovrebbe essere diverso? Perché per Gionny Scandal dovrebbe essere diverso? O per tutte quelle frasi prese da Tumbrl e create da chissà quali ragazze? Non sono informata sulla questione, perciò chiedo anche a voi un aiutino.

"Una farfalla vive poco ma muore volando
penso a quanto sia importante vivere sognando
tutti parlano ma pochi fanno
tutti parlano e soltanto pochi trovano il coraggio
e giocano d'azzardo"

L'intesa tra Fedra e Aeron è un qualcosa di magnifico. Non servono grossi paroloni per comprendersi, ma semplici e fugaci sguardi. Chi non vorrebbe questo genere di rapporto con la propria metà? 
Loro si conoscono per caso. Lui non sa niente di lei, eppure la definisce stramba. Parte già con un grosso pregiudizio. Ma perché? Perché non parla bene l'italiano o perché non è bella come la sua promessa sposa? O forse la verità è un'altra: forse l'autrice voleva semplicemente aggiungere degli elementi per far assomigliare la sua storia a "Orgoglio e Pregiudizio".  Un'esigenza di trama? Non credo. Aeron parte prevenuto, convinto che tutte le donne del mondo lo vogliano solo perché ha un cognome importante. Questa dovrebbe essere la giustificazione al suo comportamento. Penso invece che lui debba assomigliare per forza a Mr. Darcy e questa forzatura si sente, o almeno io l'ho sentita. Serve necessariamente quella freddezza iniziale e i suoi pregiudizi per far partire la trama. 
Nonostante abbia un cuore di ghiaccio, dedica frasi a una sconosciuta che altro non è che Fedra. Si scrivono a lungo, ma lui non ha mai avuto il coraggio di parlarle e invitarla a bere un caffè. Poi, magicamente, la protagonista sta per essere stuprata e Aeron spunta fuori come un fungo e diventa il suo salvatore, ma io lo avrei definito più uno stalker.
A questo punto, parliamone, ragazzuoli. Fedra non vuole sporgere denuncia perché per lei la molestia che ha subito è "niente", roba da nulla. Io mi chiedo che cosa abbia in quella testolina la nostra protagonista. Ok, non c'è stata alcuna penetrazione, ma la molestia rimane e Fedra non ha alcun danno fisico o psicologico. Anzi, lei addirittura invita nel suo letto Aeron subito dopo. Quale donna vittima di molestia sessuale invita un altro uomo nel suo letto? Dopo sei anni io non mi sono ancora ripresa dal trauma, perché Fedra dovrebbe. Siamo tutte diverse, ok, ma questo non giustifica la sua non-reazione.
Capite cosa intendo? 
Si tratta di essere realistici, di essersi documentati su un trauma prima di scrivere un libro e prima di far passare il messaggio che "l'amore sconfigge tutto" perché non è così.
Cadiamo nella banalità due volte con questo libro: quando Aeron afferma "lei è diversa" e quando il finale si conclude con la canzone "A Thousand Years" di Christina Perri. Capite che si sta cadendo un attimino nel trash?

Fortunatamente Fedra è più sveglia di quanto credessi e alla fine se ne esce fuori con un "Ma noi non ci conosciamo!" E meno male che se n'è accorta, a differenza di tutte le altre protagoniste delle storie d'amore. Questo piccolo punto mi ha fatto saltare per la casa, pensando di aver finalmente trovare una storia d'amore decente.
Ci sarebbe un ultimo punto negativo di cui discutere, ma rischierei di spoilerare troppo e non credo sia il caso, perciò passiamo a quello che tutti state aspettando: perché leggere "Cercando di trovare me stessa"

"Resto a guardare da lontano
in una mano il mondo e nello zaino una matita
e solamente un diario
non ho cambiato il mio binario
il mondo dove sono nato 
non mi è mai piaciuto e l'ho ridisegnato."

O magari no, cari lettori. È da quattro giorni che tento di scrivere questa parte e fino ad ora ho fallito miseramente. Perciò sono qui per dirvi che non farò il mio patetico discorso sui molteplici messaggi che l'autrice vuole comunicare: sarebbe inutile. Non spetta a me farvi il riassunto striminzito della morale di questo libro perché altrimenti vi rovinerei la lettura e l'essenza di quelle pagine svanirebbe come pulviscoli di polvere al vento e cosa ne resterebbe?
Il suo è letteralmente un libro aperto, facile da decifrare senza passare l'intera vita per comprenderne tutti i segreti. Sin dalle prime pagine è chiaro il messaggio. Immaginatevi una scritta al neon palesarsi ogni volta che l'autrice fa compiere determinate azioni ai personaggi. Dalla verità su Madison alla molestia di Fedra, al finale da favola della buonanotte, noi ci ritroviamo di fronte a delle situazioni che fanno aprire gli occhi. E fanno aprire gli occhi perché ci spingono a dire "non commetterò gli stessi errori di Fedra". Ma in fondo sbagliare è umano e ognuno farà quello che gli pare nonostante tutti gli avvertimenti del mondo. 

Nonostante tutto, però, quando ho finito di leggere questo libro, sento di aver lasciato un pezzo di me lì, in quella copia digitale. Nonostante tutto ho detto "è stato bellissimo". Nonostante tutto è stato un viaggio fantastico e che rifarei altre cento volte perché ho bisogno della speranza che "Cercando di trovare me stessa" trasmette. È un incoraggiamento non indifferente e forse è quello che potrebbe servire a chiunque per lanciarsi in una nuova avventura.


↳ Qualora reputiate questa recensione negativa, vi ricordo che qualunque critica è rivolta all'opera e non all'autrice. ↰

Contatti: 

Testo in giallo: Te lo prometto - Il Tre

Sito: autrice
Wattpad: Checca_b

Per le collaborazioni potete contattarmi alla mail alba88620@gmail.com o su Ig come Holfast_

domenica 5 luglio 2020

Una Cenerentola a Manhattan (recensione)

Non ho idea di come iniziare questa recensione, perciò passiamo subito al dunque. Non mi entusiasmava l'idea di leggere un libro di Felicia Kingsley, ma l'ho comprato lo stesso per capire cosa ci trovassero gli altri lettori in lei e in quello che scrive. Ora che l'ho capito, vi dico che ho intenzione di avere tutti i suoi libri nella mia libreria. "Una Cenerentola a Manhattan" è stato un qualcosa di fantastico e non vedo l'ora di passare a leggere il mio nuovo acquisto: "La verità è che non ti odio abbastanza".

Per chi non lo sapesse: sì, recensisco anche libri al di fuori delle collaborazioni. Il primo libro è stato Coming Back e uno dei prossimi sarà Fear. Inoltre ho circa centocinquanta ebook su Kindle. Non riuscirò mai a leggerli tutti, ma potrei scrivere due parole qui sul blog a riguardo. 


Data di pubblicazione: 8 novembre 2018

Pagine: 305

Editore: New Compton Edizioni

Prezzo: 4,65 (rigida), 3,70 (flessibile) e 2,99 (ebook)

Disponibilità: in tutte le librerie

Trama: "Un paio di scarpe possono cambiarti la vita" è una frase che non ha mai convinto Riley, e i colpi di fulmine per lei sono sempre stati e rimangono un fenomeno atmosferico. Orfana da quando aveva dieci anni, a ventisette ha tutt'altro a cui pensare: una matrigna succhia-soldi che le inventa tutte per ostacolarla, due sorellastre aspiranti web star, sempre impegnate a tiranneggiarla; tre lavori che deve fare per riuscire a vivere nella Grande Mela; e, per non farsi mancare nulla, il romanzo a cui sta lavorando da due anni e che sogna di poter pubblicare. Ma a New York le occasioni sono dietro l'angolo e un galà in maschera a Central Park potrebbe rappresentare il trampolino perfetto per realizzare il suo sogno. Quello che Riley non ha considerato è che a una festa del genere si possono fare anche incontri inaspettati... E proprio per colpa di uno speciale paio di scarpe si ritrova, proprio lei, da un giorno all'altro, a diventare la protagonista della favola più romantica di sempre nella città dove tutto può succedere.

Biografia: Felicia Kingsley è nata nel 1987, vive in provincia di Modena e lavora come architetto. Matrimonio di convenienza, il suo primo romanzo inizialmente autopubblicato, ha riscosso grande successo in libreria con Newton Compton ed è diventato il secondo ebook più letto del 2017. Stronze si nasce è stato nella classifica dei bestseller per settimane. La Newton Compton ha pubblicato anche Due cuori in affitto.


Avete presente quando non ce la fate più e avete bisogno di liberare la mente? Ecco, io mi sono trovata esattamente in un momento del genere. Aggiungiamoci un po' di sconforto e un pizzico di tristezza improvvisa e abbiamo completato il mood perfetto per una giornata di m*rda. I libri pieni di tragedie che riempiono la mia libreria non sono molto utili in una situazione del genere, ma per fortuna ho trovato abbandonato in un angolino "Una Cenerentola a Manhattan". Confesso che all'inizio non mi andava di leggere una commedia romantica perché ero convinta che fosse piena di cliché e simile alle storielle da quattro soldi che si trovano su Wattpad. Leggere questo romanzo è stata l'idea migliore che mi sia venuta in mente. Pensate che alla fine della lettura ho iniziato a saltare da una parte all'altra della casa in preda a una nuova energia. Sono uscita fuori di casa e il mondo è tornato a sorridermi di nuovo. Ero così contenta che sentivo di poter spaccare tutto e di poter superare qualsiasi difficoltà.

Ah! Per "il mondo è tornato a sorridermi di nuovo" intendo questo: 

Oggi i nostri protagonisti sono Riley Moore e Jesse Crawford: la nostra Cenerentola e il principe azzurro che la salva dalla matrigna cattiva. Sì, l'autrice riprende la famosissima fiaba e, in chiave romanzata, la adatta al XXI secolo. Geniale, no? Mi ha fatto morire dal ridere e ancora non mi so spiegare il perché. 
Da una parte abbiamo una Riley sfruttata al massimo da una Mathilda che butterei giù da un dirupo se esistesse e dall'altra parte abbiamo lo scapolo d'oro dell'anno. Casualmente si ritrovano a un gala in cui quest'ultimo dà il meglio di sé per conquistare la sua principessa, ma lui non sa che finisce solo per rendere la scena abbastanza trash. 
La storyline credo che la conosciate tutti perché è quasi identica a Cenerentola, ma se fossi in voi non sottovaluterei il libro solo per questo. Io, che sono abbastanza cinica e severa, gli ho dato una possibilità, potreste farlo anche voi. 

A grandi linee ho letto le recensioni su Amazon in cui si afferma che "Una Cenerentola a Manhattan" è un romanzo scopiazzato dal film del 1950, che sembra un porno da quattro soldi e che tenta di imitare chissà quali titoli importanti. Beh, ragazzuoli, quel che vi dico io è che non a tutti può piacere (scontato, lo so). Non a tutti piace, per una volta, chiudere gli occhi e vivere un sogno attraverso dei personaggi come Riley. 
Una trama del genere è facilmente contestabile, ma quel che penso io è che, in questo caso, bisognerebbe smettere di fare paragoni per cercare di capire che cosa l'autrice vuole comunicare. Non è un thriller psicologico e nemmeno una storia d'amore alla "After" di Anna Todd. 
Non è realistica, e va bene, ma i sentimenti che si provano durante la lettura lo sono. Si tratta di avere un po' di empatia nei confronti dei protagonisti. Noi ridiamo, scherziamo e piangiamo con Riley e la capiamo. Chi parte con una buona base di scetticismo, si ritroverà ad additare la ragazza come una rimbambita. Ed effettivamente lo sarebbe se non ci fosse il dettaglio che fa rimanere la protagonista a Stylosophy nonostante tutto. 
Ed ecco le paroline chiave: nonostante tutto. Abbiamo una Riley che rinuncia alla rivista di sua madre per pagarsi l'università, che rinuncia a uno stipendio per rimanere a lavorare lì e abbiamo un Jesse che non rinuncia alla sua principessa anche se gli ha nascosto una verità importante. Un "nonostante tutto" è sempre dietro l'angolo perché i protagonisti non rinunciano ai loro sentimenti, ma li assecondano. Per questo, probabilmente, Riley si lascia maltrattare da Mathilda. È attaccata al ricordo di una madre defunta e non riesce a lasciar andare l'unica cosa che la fa sentire vicina alla genitrice. E la capisco anche se io non mi sarei mai lasciata trattare male da nessuno, nemmeno dalla mia matrigna.
Al mondo ci sono tante persone con tanti caratteri diversi, perciò non possiamo permetterci di giudicare il modo in cui qualcuno reagisce senza prima aver indossato i suoi panni.
Che poi se il libro sia un mezzo porno o meno non lo metto in dubbio: il secondo incontro tra Riley e Jesse ha avuto esattamente quel genere di trama. L'uomo è parso peggio di un cane infoiato solo perché era convinto che Riley fosse lesbica. Quando ha scoperto la verità, è andato a cercarla urlando "mi devi un pompino". Ecco, solo per questo posso dire di essere in parte d'accordo con le critiche sulle scene di sesso. Le altre sono easy, perciò non capisco tutto questo astio contro una o due scopate.  

Per un momento "Una Cenerentola a Manhattan" fa venir voglia a tutte le donne di vivere una favola del genere. Fa sognare e per un paio di giorni la realtà diventa più leggera e, a volte, è proprio quello che serve per non finire in un ospedale psichiatrico dopo una giornata intera passata tra lavoro, studio o bambini.

Tra l'altro, se devo essere sincera - e lo sono sempre sul blog - per lungo tempo ho provato astio verso la Newton Compton Editori perché reputavo i loro libri delle grandissime sciocchezze piene di cliché e roba trash. Diciamo che Felicia Kingsley mi ha fatto rivalutare la situazione e sono passata dal evitare come la pesta i libri della Newton al cercarli disperatamente per collezionarli tutti. 
Voi, invece, cosa ne pensata di questa CE? Quanti dei loro romanzi avete nella libreria?


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