lunedì 22 febbraio 2021

In Fuga da Houdini (recensione)


Data di pubblicazione: 15 settembre 2020

Editore: Oscarvault Mondadori 

Prezzo: 22,00 (cartaceo) 10,99 (ebook)

Pagine: 552

Trama: Audrey Rose Wadsworth e il suo assillante compagno, Thomas Cresswell, si imbarcano sulla lussuosa RMS Etruria, diretti alla loro prossima meta, l'America. La settimana di spettacoli circensi che allieterà la traversata - compresa l'esibizione di un giovane e promettente artista della fuga - sembra la distrazione ideale prima del tetro incarico che li attende oltreoceano. Ma presto il viaggio si trasforma in un festival degli orrori quando, una dopo l'altra, giovani donne vengono trovate morte. Per Audrey Rose, il Circo al chiaro di luna - con i suoi numeri inquietanti e i personaggi grotteschi - si trasforma in un incubo e la fa tornare alla sua ossessiva ricerca di risposte. Gli indizi sull'identità di una delle vittime sembrano condurre a qualcuno a cui Audrey Rose vuole molto bene: riuscirà la ragazza a fermare il misterioso assassino prima del suo terrificante gran finale?

"C'era qualcosa di scaltro e oscuro nel suo sguardo: era un gatto con la pancia piena che si chiedeva se uccidere il topolino subito, o risparmiarlo per quando avesse avuto davvero voglia di mangiarlo." 

Del primo mi ha delusa l'ambientazione, del secondo ho apprezzato veramente tutto, ma il terzo volume della tetralogia della Maniscalco mi ha lasciata con l'amaro in bocca. Insomma, i suoi libri sono fatti di alti e bassi, tuttavia non so quanto questo possa giovarle. 

Per iniziare questa recensione, dunque, vi parlerò prima dei punti positivi e poi di quelli negativi, per poi unirli in un discorso unico.

Ma di cosa parla essenzialmente In Fuga da Houdini? Della nostra sempre più sopportabile Audrey Rose alla presa con il corteggiamento di Mefistofele. Nel mentre, un serial killer si nasconde nella nave, tra i grossi tendoni del Circo della Luna. Perché sì, la nave ha organizzato uno splendido spettacolo per i passeggeri a bordo e a capo c'è appunto Mefistofele. Gli omicidi riprendono le figure dei tarocchi, creando una composizione macabra e splendida dal punto di vista dell'assassino.

Di punti positivi ce ne sono solo due:
- Mefistofele - un personaggio senza dubbio ambiguo, affascinante, con un carisma fuori dalla norma e una mente eccezionalmente fantastica. Si nota che ho un debole per lui, vero? Non c'è paragone tra lui e Thomas, in quanto il primo vuole essere libero dagli schemi della società e desidera poter viaggiare senza essere etichettato come nobile ed essere posto su un piedistallo solo per la ricchezza che possiede; il secondo, per quanto io adori le sue doti e il suo carattere, non è così brillante come Mefistofele. Quest'ultimo cela le sue sofferenze dietro una maschera di seduzione e inganni, che toglie solo per Audrey Rose. Ho apprezzato questo sforzo anche se Audrey Rose non meritava di conoscere la sua vera identità, non l'ha apprezzata come meritava. 
E quel che più mi dà fastidio è che Thomas lo giudichi male e gli rivolga parole di compassione quando Thomas stesso non è messo meglio. Da la colpa al capo del circo per il bacio che ha rubato ad Audrey Rose invece di accettare la cosa e basta. Thomas se la prende con Mefisto senza sapere che lei bramava quel bacio tanto quanto lui. 

- La Nascita del Principe Oscuro - alla fine del libro, che ho letto tutto solo per Mefisto, la Maniscalco ha aggiunto un piccolo racconto con il pov di Thomas. Cosa che ho apprezzato molto dato che Thomas come carattere mi è molto più affine. Tuttavia non so se considerare il racconto parte di In Fuga da Houdini o se dargli un voto a parte. In ogni caso, questo meriterebbe cinque stesse tutte per sé.

"Non dimenticate che gli incubi spesso cominciano come sogni"

Gli aspetti negativi sono più articolati, state pronti.

- Audrey Rose - non ho trovato una crescita personale da parte sua. Rimane sempre la stessa ragazza che non riesce a superare la morte del fratello, ma che non si fa problemi ad aprire le viscere di un cadavere. La cosa che mi ha un po' urtato è che non riesce ad associare la figura di Jack lo Squartatore a suo fratello Nathaniel come se fossero due persone completamente diverse e suo fratello fosse morto per cause naturali. Nel prossimo libro vorrei che affrontasse il suo trauma a testa alta invece di perdere tempo dietro a corteggiamenti vari. 
Altra cosa che di lei non mi è piaciuta è l'incoerenza. Sì, Audrey Rose è incoerente e lo scriverei a caratteri cubitali. Perché? Vuole uscire dagli schemi della società vittoriana, vuole essere libera e fare tutto ciò che vuole e vuole essere trattata al pari di un uomo. Tuttavia quando si tratta di matrimonio, vuole aspettare la benedizione del padre e non vuole che gli altri uomini della società la vedano amoreggiare con Thomas. Preferisce la sua gabbia dorata piuttosto che l'opportunità offerta da Mefistofele. Capite cosa voglio dire?

- Houdini - il suo nome in copertina è stato messo appositamente per attirare l'attenzione perché, anche se Houdini è presente in questo libro, lui non c'entra assolutamente niente con gli omicidi. Non c'è nessuno che si spacci per lui e l'assassino nemmeno si proclama il re delle manette o delle carte. Insomma, non capisco il senso della sua apparizione. La sua figura vuole stupire il lettore e impressionarlo, ma io vedo solo un'accozzaglia di numeri proposti uno dopo l'altro senza tenere in considerazione che il vero Houdini ha impiegato anni e anni per ottenere il risultato finale, ovvero la vasca di vetro. se negli altri romanzi le modifiche apportate al periodo storico le ho apprezzate, non è stato lo stesso per questo qui. 


"I re crollano come qualunque altra persona"

In sostanza, non ho apprezzato il circo come molti di voi hanno fatto o faranno. I trucchi di magia, per quanto possano lasciarmi a bocca aperta, non fanno per me. Non ho apprezzato nemmeno l'uso delle carte dei tarocchi a scopo di intrattenimento perché per me sono molto più di un trucco di magia per ingannare gli stolti. Per me è un'arte che va trattata con il massimo rispetto e né Audrey Rose né Mefistofele ne hanno. 

Spezzo però una lancia a favore dello stile dell'autrice, che mi è sempre piaciuto e ha sempre reso i suoi romanzi favolosi. 
Ha impiegato almeno quattrocento pagine per narrare gli avvenimenti di una settimana, questo per me merita le lodi perché io non ne sarei mai capace.