mercoledì 13 maggio 2020

La Strega della Fonte (recensione)

Sì, devo ammetterlo: ho avuto paura di finire questo libro come mai prima d'ora. So che le autrici sono crudeli quando si tratta del destino dei loro personaggi, a maggior ragione se c'è di mezzo l'amore. Inutile ricordare quando Nihal si è sacrificata per Sennar e Tarik, per esempio.
Chissà se chi sta più in alto di noi gioca a fare lo scrittore, se si diverte nel momento in cui si siede sul suo seggio, con una penna e un libro in mano. Chissà se proprio come uno scrittore dedica ore e ore per ideare la trama della nostra vita. Chissà...
Ve lo immaginate? Un Dio o una Dea che non fa altro per tutta la sua esistenza che metterci in difficoltà. Dite che il gioco vale la candela? Ne vale la pena resistere se si sa già che qualcuno ha programmato altre avversità per noi? Beh, il protagonista maschile di questa storia preferisce scappare, anziché affrontare i problemi o lasciarsi condizionare da essi. Fuggire sembra sempre la migliore delle opzioni, ma la protagonista dell'ultimo libro che ho recensito dimostra che non è affatto così. Se a Nihal fa bene allontanarsi dal campo del suo maestro, temo che per Roran non sia lo stesso.
Chissà se l'autrice, un po' come me, ha provato piacere nello scrivere un finale così tragico o si è intristita per le sue stesse parole. Chissà se gli Dèi sono dispiaciuti all'idea degli avvenimenti spiacevoli che hanno messo lungo il nostro cammino. A questo punto c'è differenza tra uno scrittore e un Dio, se entrambi hanno il potere di decidere sul loro mondo?

Il libro di oggi è "La Strega della Fonte" di Sabrina Guaragno. Un fantasy ricco di avventura e magia che mi è piaciuto moltissimo, ma che non mi ha convinta del tutto. 

Data di pubblicazione: 16 novembre 2018

Pagine: 334

Editore: Nativi Digitali Edizioni

Prezzo: 14,00 (cartaceo) e 2,99 (digitale)

Disponibilità: Amazon e Amazon Kindle

Trama: "La magia è una compagna incostante, ci promette tanto e a volte ci soddisfa pienamente. Altre volte, invece, ci lascia a piedi nudi sulla terra fangosa: a quel punto, bisogna risalire alle origini della magia, all'arte e agli elementi."

Alaisa, una ragazza umile ma determinata, è pronta per partire per il viaggio più importante della sua vita, con l'obiettivo di raggiungere la dimora della famosa Strega della Fonte e diventare sua apprendista: il suo sogno fin da bambina!
Quello che Alaisa non sa, è che la magia conferisce grandi poteri, e per padroneggiarla al meglio è prima necessario fare i conti con le proprie aspirazioni e le proprie paure.
Il mondo segreto delle Streghe offre molte opportunità, ma anche molti rischi e ombre... tra tutti i nuovi intriganti personaggi che conoscerà, riuscirà a capire di chi potrà fidarsi, e da chi dovrà difendere tutto ciò che le è più caro?
Con "La strega della fonte" Sabrina Guaragno ci porta in un nuovo universo Fantasy intricato e affascinante, in cui le atmosfere romantiche si mischiano ad altre cupe e inquietanti, e dove il potere della magia permette a maghi e streghe di realizzare i loro sogni, ma anche il manifestarsi di veri e propri incubi...

Biografia autrice: Sabrina Guaragno nasce a Bari il 27 giugno del 1993, ma trascorre la sua infanzia e la sua adolescenza a Modugno. La sua vita cambia con il nascere dell’amore verso i romanzi di Harry Potter, che l'hanno iniziata a un vasto mondo di lettura e immaginazione. La sua passione per la scrittura inizia quando ha solo 14 anni, sulle orme di scrittrici quali J.K. Rowling e Licia Troisi. Il suo genere preferito è il fantasy e tutte le sue sfumature, ma ama leggere un po’ di tutto.
Sabrina nutre anche una passione viscerale per la mente umana: dopo il diploma come operatore turistico, ha conseguito la laurea triennale in Scienze e Tecniche Psicologiche e quella magistrale in Psicologia Clinica presso l’Università Aldo Moro di Bari. Attualmente, sta svolgendo il tirocinio post-laurea presso il Dipartimento di Scienze della Formazione, Psicologia, Comunicazione dell’Università Aldo Moro di Bari.
Da qualche anno gestisce il blog letterario Non servono le ali per volare, e fa parte della redazione di Leggendo a Bari, blog legato all’omonimo gruppo di lettura barese. Inoltre, fa parte dello staff di Psychondesk, blog di psicologia, come membro del Comitato Scientifico, autrice e correttrice di bozze.
Il suo sogno è quello di scrivere per vivere, anche se nella società attuale è sempre più difficile realizzarsi in questo campo. Ma insegue un desiderio, persevera nel suo obiettivo, e ogni rifiuto ricevuto e che riceverà, sarà solo l'ennesima spinta per non arrendersi.



Non ho mai incontrato una persona a cui non piacesse la magia, mai. Molti bambini si appassionano a Harry Potter, il mago per eccellenza, e al mondo delle fate. Altri invece amano le avventure di Nihal della Terra del Vento e poi ci sono io, che amavo le serie TV "Merlin" e "Supernatural".
Alle elementari quando mi chiedevano che lavoro volessi fare da grande, rispondevo con "la Strega, voglio essere una Strega". Verso i dieci anni ho scoperto l'esistenza delle biblioteche e alla signora al bancone avevo chiesto un libro sulle streghe. Ricordo che mi guardò malissimo, ma mi assecondò dandomi in prestito una raccolta con tutte le streghe del mondo. Un libro in particolare intitolato "Magia" mi piaceva tantissimo. Non so più quante volte avrò provato i rituali di quelle pagine scritte da un certo Merlino.
Questa collaborazione mi ha fatto fare un dolce tuffo nel passato che credevo di aver lasciato alle spalle ormai.

"La Strega della Fonte" parla di un viaggio, un percorso di crescita per la protagonista e il suo compagno. Apprendere la magia non è affatto facile e non lo è nemmeno diventare l'allievo di Skelribel. Credo che diventare una strega sia l'ambizione più grande che un ragazzo o una ragazza che vive in un paesino povero possa avere. Si è disposti a uccidere pur di apprendere gli insegnamenti della Strega della Fonte. Fortunatamente, Alaisa capita in un gruppo abbastanza socievole e pacifico, escludendo la guerriera che è con loro. Sin da subito fa la conoscenza di Lill, Ethas, Edeny e Sayris. Durante il viaggio nasce un giovane amore e si scopre la vera natura di Sayris. Diciamo che è stato assai interessante e che più volte ho strabuzzato gli occhi davanti allo schermo, incredula davanti alle azioni di Alaisa. Mi ha sorpreso in tutti i modi possibili perché non avrei mai creduto potesse perdonare Sayris o aiutare Edeny. Io avrei ucciso tutti gli sfidanti e avrei raggiunto Skelribel senza rimpianti. E se non si fosse capito, il mio personaggio preferito fino a questo punto è stato Sayris. Infatti, mi è dispiaciuto un sacco quando ha scelto di andarsene o quando ha rischiato di morire. Ho gioito, invece, quando Ethas si è messo da parte perché l'ho odiato tantissimo.

Non so voi, ma io adoro i quattro elementi. Le streghe di Adaesha si basano proprio su questo. Ognuno possiede un elemento che gestisce bene e un secondo per essere equilibrati. Il mio è decisamente l'acqua e il secondo la terra. E i vostri quali sono?
Ho la vaga impressione che l'autrice abbia preso spunto da un piccolo rituale per riconoscere il proprio elemento, ma non ne sono tanto sicura. Il mio dubbio sta un po' nella copertina: perché ci sono i simboli alchemici se nel libro i segni sono altri?

L'amore non manca ed è stato bellissimo vedere come si è evoluto nel corso della trama. È arrivato piano piano, al contrario di quello nell'opera che recensirò prossimamente. Diciamo che è nato dall'odio, sempre se di odio si può parlare, si è evoluto in amicizia e poi nel vero e proprio amore che fa battere il cuore a tutti i lettori.
Passando ai baci, beh, sono rimasta un po' basita perché praticamente tutta Adaesha bacia Alaisa senza il suo consenso. Che hanno di sbagliato gli uomini in questa storia?😂😂

Ci sono due personaggi che mi sono piaciuti da morire: Skelribel e Roran.
La prima me la immagino come una donna alta e formosa, tipo la Persefone di Giulia Calligola.

Ecco, lei, ma con un volto diverso. (il disegno è stato fatto da Eleonora Miccoli, Nora1912 su Wattpad)

Quel che mi incuriosisce di più sono i suoi scheletri nell'armadio, che non vedo l'ora di scoprire. L'ultima rivelazione mi ha sconvolta a tal punto che sono quasi certa che lei abbia ancora qualcosa da nascondere. Che poi, quanti anni ha veramente? Ce lo dirà nel sequel?

Roran, che mi ricorda tanto il fratello di Eragon, è ancor più caotico vista la sua oscurità e le sue origini. L'ho sognato una notte, non so come né il perché.
Forse è troppo protettivo nei confronti di Alaisa, ma sono sicura che tutti l'abbiamo amato. I suoi problemi iniziano fondamentalmente quando Skelribel gli propone una delle sue prove. Dentro di lui si sono insinuati dubbi e cose strane che solo Roran vede perché per me rimane un piccolo e tenero pulcino.
La sua crescita consiste per lo più nello scoprire i suoi terribili poteri perché a me è sempre sembrato lo stesso. L'amore probabilmente ha cambiato il suo modo di vedere le cose, dato che non è più solo e probabilmente questo lo spingerà poi a prendere la sua drastica scelta (chi vuole intendere, intenda).

***
Quale fantasy non ha le sue creature magiche? Anche "La Strega della Fonte" può vantare di creature bellissime e tra l'altro abitano proprio sopra la testa di Alaisa. Avete presente quelle cose giganti che volano con le ali e starnazzano come delle galline? Non parlo della Coccatrice, ma dei draghi.
Se ne vede uno bellissimo già nei primi capitoli. Io me li sono immaginata come quelli che ci sono nella serie TV "The Witcher", ma penso sia una libera interpretazione.

Non so se l'autrice aveva in mente un cosa del genere, ma escludo la possibilità che possano essere simili al Drogon di "Game of Thrones". Siccome anche questi animali sono legati agli elementi, mi piace pensare che quelli d'acqua come Mok assomiglino ai draghi de "Le Cronache del Mondo Emerso".

Sarebbe stato bello sentire i pensieri di queste creature proprio come succede nel Ciclo dell'Eredità, ma fortunatamente abbiamo un assaggio di questa capacità grazie a Roran.

Ci sono tante cose da dire riguardo al fantasy che ho finito di leggere settimana scorsa, ma io sono un pericolo ambulante dato che rischio di spoilerare ogni cosa, sempre.

Cosa mi è piaciuto di più? Non c'è una cosa in particolare. Ho amato tutto sul serio, dalla prima all'ultima riga. Ora che ho esposto le mie idee, sento che il mio parere è cambiato rispetto all'inizio della recensione. Il libro mi piace ancor più di prima e potrebbe reggere tranquillamente il confronto con i mattoni della mia libreria. Diciamo che se dovessi dare un voto da uno a dieci, il mio sarebbe un undici. Dopo "Fuoco sotto la Terra" questo è il libro più bello che abbia letto durante il terribile 2020.

Ho adorato il modo di scrivere e il lessico della scrittrice. Era esattamente quello che cercavo, ma che non ho mai trovato. Lo stile fa aggrappare il lettore alla storia e non la lascia più. Non è noioso né banale, bensì capace di incuriosire poiché è ciò che contraddistingue questa scrittrice dagli altri. La rende unica e credo che rimarrà a lungo nella mente di chiunque.

Spero di poter leggere "I Cinque Dei di Adaesha", che dovrebbe essere il prequel della saga e di recensire presto anche il sequel de "La Strega della Fonte". Mi piacerebbe anche avere il cartaceo nella  mia piccola libreria oltre alla copia digitare che la CE gentilmente mi ha fornito.

Avrei voluto inserire qualche citazione, ma ho installato la versione premium di Readera e ho perso tutto il materiale che avevo raccolto durante la lettura.

Vi propongo però una frase che ho trovato sul profilo IG dell'autrice, giusto per concludere al meglio la recensione.

"La magia è una compagna incostante, ci promette tanto e a volte ci soddisfa pienamente. Altre volte, invece, ci lascia a piedi nudi sulla terra fangosa: a quel punto, bisogna risalire alle origini della magia, all'arte e agli elementi."


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