giovedì 2 dicembre 2021

Un Bambino chiamato Natale

 Ciao, cari lettori! Oggi vorrei parlarvi di un libro che si è preso un pezzo del mio cuore. Ha risvegliato i ricordi di quando anch'io ero una bambina che credeva nella magia del Natale con tutta se stessa. Ho trovato tante, ma proprio tante, somiglianze con il protagonista di oggi che più volte mi sono commossa durante la lettura. Lo stile dell'autore insieme ai disegni di Chris Mould hanno creato un'opera tanto piacevole e leggera quanto importante e significativa.

Arriviamo al dunque, con la recensione del primo romanzo natalizio che abbia mai letto da quando ho imparato a leggere.



Titolo: Un Bambino chiamato Natale 

Autore: Matteo Haig

Casa editrice: Salani Editore

Prezzo: 9,50 (flessibile)

Pagine: 271

Data di pubblicazione: 7 novembre 2019

Trama: Adesso lo sanno tutti, chi è Babbo Natale. Ma c'è stato un tempo in cui non lo conosceva proprio nessuno. È stato quando era solo un ragazzino di nome Nikolas, che viveva nella seconda casa più piccola di tutta la Finlandia, con un padre che faceva il taglialegna, una zia che aveva un bruttissimo carattere e una bambola-rapa, che, poi è misteriosamente scomparsa. Questa è la sua storia vera, un'avventura piena di neve, rapimenti, renne scontrose, topi sognatori, e poi ancora neve, elfi, troll, sempre neve, di nuovo neve e magia, tanta magia. 



Conoscete quella sensazione di quando incontrate qualcuno per strada e vi sembra di conoscerlo da sempre? O delle volte in cui osservate qualcuno per la prima volta e sentite le farfalle nello stomaco? Ecco, leggere le prime due pagine di questo libro è stato così. Le parole ammalianti e a tratto ironiche dell'autore mi hanno condotta nel caldo abbraccio di un bambino speranzoso e che ancora crede che nel mondo ci siano solo persone buone. Con una piccola eccezione: zia Carlotta. Lei proprio di bontà non ne possiede nemmeno una briciola.

Durante quelle poche ore di lettura, mi sono immersa completamente nei panni di Nikolas, gioiendo insieme a lui per la porzione di pane rinsecchito e incupendomi quando i suoi ricordi lo hanno portato sulla tortuosa strada del dolore. Non solo, quando suo padre è partito e lui è rimasto solo con una vecchia spregevole, mi è dispiaciuto proprio tanto. Il povero Nikolas ha passato mesi e mesi a dormire fuori nella neve insieme al bellissimo topolino che sogna di mangiare il formaggio.
Ma non preoccupatevi, cari lettori, i momenti di sconforto iniziali poi svaniscono come la neve esposta al sole. La speranza, il coraggio e la determinazione di Nikolas lo conducono verso una metà brillante, che lo renderà felice più di ogni altra cosa. Anche lì non mancheranno le peripezie, ma il suo è un percorso in salita con una spruzzatina di ironia (forse sarebbe più corretto dire che di ironia ce n'è tanta).
Ho amato ogni singolo momento, dalla prima pagina all'ultima. Questo è probabilmente il libro per ragazzi più bello che abbia mai letto e non solo.
Se credete che solo i ragazzi possano leggerlo, vi sbagliate.
I messaggi che ho ricevuto rendono il libro a portata di qualunque adulto.

Primo fra tutti, Nikolas con la sua determinazione ci spinge a credere con tutte le forze nei nostri obbiettivi perché già così metà del lavoro è fatto. Bisogna crederci anche quando tutto ci dice che niente andrà come vogliamo. E nel momento in cui stiamo per mollare la presa, è lì che dobbiamo continuare a perseverare perché la meta è molto più vicina di quanto pensassimo.

Babbo Mus, dice una cosa fondamentale: "per vedere una cosa devi crederci. Crederci davvero. È la prima regola degli elfi. Non puoi vedere qualcosa in cui non credi ma se ci credi, riuscirai a vedere ciò che cercavi."

Un secondo grande messaggio che forse ho visto solo io è un grande "no" alla violenza. Nikolas si trova a sopportare le angherie di sua zia e quello che fa non è rispondere con altrettanta violenza, bensì è scappato da una situazione tossica che lo stava ferendo.
C'è anche una sorta di "fai del bene e riceverai del bene" nel momento in cui lui soccorre un piccolo elfo e lo salva. A proposito, il piccolino è di una tenerezza assurda. È stato bellissimo il momento in cui si è riunito ai suoi genitori e li ha abbracciati.

Se volete scoprire cos'altro questa lettura può donare, vi invito caldamente a leggere il libro. Vi assicuro che non ve ne pentirete♥️

Piccola pubblicità: il 24 novembre grazie a Netflix è uscito il film. È la prima cosa che andrò a vedere appena ho un attimo di tempo.




Nessun commento:

Posta un commento