Ciao, cari lettori! Benvenuti in questa nuova recensione. Attenzione, è un attimino particolare. Ci ho messo un pezzo di me stessa, spero lo possiate apprezzare.
Titolo: Croce e Testa
Autore: Michele Visconti
Casa editrice: Giovane Holden Edizioni
Prezzo: 13,00 (cartaceo) e 4,99 (kindle)
Data di pubblicazione: 30 novembre 2020
Pagine: 112
Trama: Roberto Russo è uno sfaccendato giovane playboy a cui piace recarsi nei night, osservare le ballerine, sceglierne una e trascorrere con lei la notte. Tra queste, la sua preferita è Michela, ragazza allegra e intelligente, sempre disposta ad ascoltarlo. Alle spalle, oltre a una carriera da agente immobiliare, ha un matrimonio finito, non senza strascichi, e una figlia. Ora vive in casa dei genitori, attingendo ai suoi magri risparmi e circondandosi di amicizie equivoche. Una sera, mentre si trova con la ballerina riceve la telefonata della madre che lo invita con urgenza a rientrare a casa perché è accaduto un evento che coinvolge tutta la famiglia. Roberto scopre così che è scomparso il fratello Paolo, il figlio prediletto, quello con famiglia e lavoro apparentemente perfetti. Cosa può essere accaduto? Nonostante la denuncia di scomparsa, le forze dell'ordine non hanno molto su cui basare le indagini. La mancanza di indizi anzi fa propendere per un allontanamento volontario. Mentre Roberto cerca di riprendere il filo della sua vita, alle spalle di un meschino deus ex machina si agitano passioni, ossessioni, tradimenti e gelosie.
Un thriller brutalmente reale, che racconta una storia così verosimile che in Italia potrebbero esserci più di un Roberto.
Lui è lo scarto della cucciolata, l'ombra del fratello Paolo, che al contrario è il prediletto della famiglia. In fondo, Paolo ha una vita apparentemente perfetta, mentre Roberto è quello che ha perso famiglia e lavoro nel giro di poco.
Qui entrano in gioco dei genitori che avrebbero fatti meglio a usare le protezioni invece che figliare.
Il protagonista per casi origlia una loro conversazione e sente una frase agghiacciante: "è tutta colpa tua se ci ritroviamo un figlio idiota, non poteva sparire lui invece di Paolo?"
Ho immaginato la reazione di Roberto simile alla mia quando mio padre ha detto che mi avrebbe sostituita tranquillamente con un'altra figlia se io fossi morta di leucemia. Già. Sarà perché ho vissuto un'esperienza simile, ma sono riuscita a mettermi nei panni del protagonista e per un attimo vivere la sua vita per nulla semplice.
Roberto aveva le sue beghe con la moglie, le delusioni e un rapporto con la figlia piccola da gestire, in più si aggiunge la sparizione di Paolo a complicare il tutto.
È qui che comincia la ricerca di Roberto, visto che le autorità sembrano impegnarsi veramente poco.
La parte thriller del libro è qualcosa di inaspettato. È una bestia in agguato che aspetta di poter colpire il lettore nel momento di maggiore concentrazione. E il lettore è così impegnato a trovare una soluzione al mistero, che non la vede neppure se è sotto il naso. E proprio quando meno lo si aspetta, quel mistero viene svelato.
Il finale mi ha lasciata sbigottita, non riuscivo a credere a come fosse andata. Ho impiegato un paio di giorni a realizzare di aver effettivamente finito la lettura. Sono davvero rimasta sorpresa in positivo! Non me l'aspettavo per niente e non in un momento come quello!
Quel che più mi è piaciuto del libro è che si analizza molto l'aspetto psicologico dei personaggi, facendo in modo di trasmettere tanti messaggi ai lettori che sono pronti a coglierli.
Ho, tuttavia, una piccola nota negativa da dire. Alcune descrizioni le ho trovate superflue. Mi sono sembrate scritte apposta per allungare il libro.
Lui è lo scarto della cucciolata, l'ombra del fratello Paolo, che al contrario è il prediletto della famiglia. In fondo, Paolo ha una vita apparentemente perfetta, mentre Roberto è quello che ha perso famiglia e lavoro nel giro di poco.
Qui entrano in gioco dei genitori che avrebbero fatti meglio a usare le protezioni invece che figliare.
Il protagonista per casi origlia una loro conversazione e sente una frase agghiacciante: "è tutta colpa tua se ci ritroviamo un figlio idiota, non poteva sparire lui invece di Paolo?"
Ho immaginato la reazione di Roberto simile alla mia quando mio padre ha detto che mi avrebbe sostituita tranquillamente con un'altra figlia se io fossi morta di leucemia. Già. Sarà perché ho vissuto un'esperienza simile, ma sono riuscita a mettermi nei panni del protagonista e per un attimo vivere la sua vita per nulla semplice.
Roberto aveva le sue beghe con la moglie, le delusioni e un rapporto con la figlia piccola da gestire, in più si aggiunge la sparizione di Paolo a complicare il tutto.
È qui che comincia la ricerca di Roberto, visto che le autorità sembrano impegnarsi veramente poco.
La parte thriller del libro è qualcosa di inaspettato. È una bestia in agguato che aspetta di poter colpire il lettore nel momento di maggiore concentrazione. E il lettore è così impegnato a trovare una soluzione al mistero, che non la vede neppure se è sotto il naso. E proprio quando meno lo si aspetta, quel mistero viene svelato.
Il finale mi ha lasciata sbigottita, non riuscivo a credere a come fosse andata. Ho impiegato un paio di giorni a realizzare di aver effettivamente finito la lettura. Sono davvero rimasta sorpresa in positivo! Non me l'aspettavo per niente e non in un momento come quello!
Quel che più mi è piaciuto del libro è che si analizza molto l'aspetto psicologico dei personaggi, facendo in modo di trasmettere tanti messaggi ai lettori che sono pronti a coglierli.
Ho, tuttavia, una piccola nota negativa da dire. Alcune descrizioni le ho trovate superflue. Mi sono sembrate scritte apposta per allungare il libro.
"Mia madre è una gabbia, lo è stata da bambino e ora che mi capita di trascorrere molto tempo a casa dei miei lo è ancora di più".
⭐⭐⭐⭐,5/5
⭐⭐⭐⭐,5/5
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