sabato 9 gennaio 2021

La Corte di Nebbia e Furia (recensione)

Tutti dicono che il secondo sia il libro migliore della saga ACOTAR. E come dargli torto? A Court of Mist and Fury o semplicemente La Corte di Nebbia e Furia ha fatto un notevole salto di qualità da La Corte di Rose e Spine. Ripeto, secondo me l'autrice ha pianificato la cosa nei minimi dettagli e anche lei potrebbe esserne consapevole. E sapete perché? Perché lei aveva già tutta la storia in mente da quando, nelle prime pagine di acotar, ha detto che il cassettone di Feyre era decorato con un cielo stellato. Ve lo ricordate questo dettaglio? Nel secondo e nel terzo libro questo gioca un punto fondamentale e, siccome non rischio di fare spoiler visto le trame, vi dico che Rhysand c'è sempre stato al contrario di Tamlin.

Data di pubblicazione: 18 giugno 2019

Prezzo:  17,90 (cartaceo) e 9,99 (ebook)

Pagine: 622

Editore: Mondadori

Trama: Dopo essersi sottratta al giogo di Amarantha e averla sconfitta, Feyre può finalmente ritornare alla Corte di Primavera. Per riuscirci, però, ha dovuto pagare un prezzo altissimo. Il dolore, il senso di colpa e la rabbia per le azioni terribili che è stata costretta a commettere per liberare se stessa e Tamlin, e salvare il suo popolo, infatti, la stanno mangiando viva, pezzetto dopo pezzetto. E forse nemmeno l'eternità appena conquistata sarà lunga a sufficienza per ricomporla. Qualcosa in lei si è incrinato in modo irreversibile, tanto che ormai non si riconosce più. Non si sente più la stessa Feyre che, un anno prima, aveva fatto il suo ingresso nella Corte di Primavera. E forse non è nemmeno più la stessa Feyre di cui si è innamorato Tamlin. Tanto che l'arrivo improvviso e molto teatrale di Rhysand alla corte per reclamare la soddisfazione del loro patto - secondo il quale Feyre dovrà passare con lui una settimana al mese nella misteriosa Corte della Notte, luogo di montagne e oscurità, stelle e morte - è per lei quasi un sollievo. Ma mentre Feyre cerca di barcamenarsi nel fitto intrico di strategie politiche, potere e passioni contrastanti, un male ancora più pericoloso di quello appena sconfitto incombe su Prythian. E forse la chiave per fermarlo potrebbe essere proprio lei, a patto che riesca a sfruttare a pieno i poteri che ha ricevuto in dono quando è stata trasformata in una creatura immortale, a guarire la sua anima ferita e a decidere così che direzione dare al proprio futuro e a quello di un mondo spaccato in due.


Dire che è stupendo è dire poco. Acomaf offre ai lettori di YA una love story attendibile e avventure che non possono essere dimenticate facilmente. Se in acotar l'antagonista erano Amarantha e Rhysand, nel secondo volume la situazione si ribalta e a passare dalla parte del cattivo è Tamlin. E come dargli torto: un fae che ha continui scatti d'ira e distrugge ogni cosa quando ha una piccola discussione? 

Possiamo aspettarci un comportamento diverso da Tamlin se non quello di intrappolare Feyre e usarla come trofeo di fronte a tutti gli altri Signori Supremi? Perché sì, Feyre diventa un burattino nelle mani di Tamlin e della Sacerdotessa Ianthe, diventa un simbolo di rinascita e i cittadini della Corte di Primavera non fanno altro che dimostrare un'infinita gratitudine verso quell'umana che ha sacrificato la sua vita per liberare i Fae da un tiranno. E Feyre? Nessuna pensa a lei, a ciò che sente, a ciò di cui ha bisogno perché ormai deve svolgere solo il compito di perfetta moglie di Tamlin. Oh sì, avete sentito bene. Feyre accetta di sposare quell'orribile fae, ma per fortuna arriva Rhysand a salvarla proprio all'altare. Che tempismo, eh! Lui fa un'altra delle sue comparse micidiali e si porta via la sposa in virtù dell'accordo stretto nel Regno Sotto la Montagna. E la salva, non solo dal matrimonio, ma anche dalla disperazione in cui riversa. Infatti, se prima Feyre era piena di vita e non resisteva a non catalogare ogni colore e fiore che vedeva, ora non lo fa più. È spenta, si sente in colpa per la morte dei due fae della terza prova e vorrebbe solo sprofondare nell'oblio dei Vortici del Calderone. Rhysand la tira su, la fa ridere ancora una volta. All'inizio i loro rapporti sono abbastanza travagliati, segnati dall'odio che Tamlin ha impiantato nella testolina di Feyre da quando Rhysand ha fatto la prima comparsa, ma poi tutto migliora. La gocciolina che fa traboccare il vaso spinge Feyre ad andarsene definitivamente e Morrigan, la cugina di Rhysand, la porta alla Corte della Notte un mese prima che scatti l'accordo. È qui che Feyre scopre Velaris e tutto ciò che Rhysand ha fatto e sacrificato per la sua gente, è qui che scopre quanto in realtà lui sia buono. La puttana di Amarantha si rivela essere solo una maschera per salvare la sua famiglia: Morrigan, Cassian, Azriel e Amren.  E qui, grazie all'addestramento per tirare fuori i poteri che gli altri Signori Supremi hanno donato inconsapevolmente a Feyre, che lei viene a conoscenza dei piani di conquista di Hybern e di una verità ben più sconvolgente per la nostra adorata protagonista. Se ve lo dicessi però vi spoilererei la fine che può essere bella tanto quanto dolorosa.

Che dirvi, ragazzuoli, per me acomaf è stato un pugno nello stomaco: mi si stringeva il cuore nel vedere le condizioni in cui riversava Feyre durante la prima e la seconda parte del libro, mi è sembrato di perdere un pezzo di me proprio come è successo a lei. Ogni volta che aveva una piccola gioia, anche io mi sentivo un po' più sollevata e per quanto pericoloso possano sembrare le situazioni in cui lei si è precipitata, ero felice perché in qualche modo era tornata a vivere. Quanta gratitudine si può provare nei confronti di Rhysand? E quanta gratitudine si può provare nei confronti di Feyre per averlo salvato a sua volta?

Dopo tutto questo, credo che non mi dimenticherò mai dei personaggi favolosi che Sarah J. Maas ha creato, non penso sia possibile dimenticarsene dopo tutto quello che hanno passato e dopo il viaggio in cui noi li abbiamo accompagnati.  Feyre conferma ancora di essere la protagonista migliore che io abbia mai incontrato e mi risulta essere sempre più adorabile, soprattutto dopo l'attacco a Velaris quando lei poteva scappare ma ha scelto di combattere per quella che è diventata la sua città; soprattutto dopo aver trovato la forza di volontà di combattere ancora e ancora senza arrendersi mai. Per me lei è simbolo di forza, non può che essere così.

To the people who look at the stars and wish, Rhys."
Rhys clinked his glass against mine. “To the stars who listen— and the dreams that are answered.


 

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