giovedì 25 marzo 2021

Il Leone e la Luna Nera (recensione)

Per ogni recensione negativa, mi tocca il doppio del lavoro per non essere al centro di una polemica. E siccome ci tengo a essere una persona corretta e professionale, ho deciso di adottare il metodo di quando interpretavo la Divina Persefone nel team Pantheidi di Wattpad. 

Proprio per la complessità della situazione, ho deciso di dividere la recensione in tre punti fondamentali: trama, personaggi e lessico e stile. Per ognuna darò un punteggio e alla fine farò la media matematica per ottenere un giudizio complessivo il più giusto possibile. Ed è qui che finisce il mio ciarlare e arriva la Dea professionale e oggettiva che alcuni di voi hanno conosciuto. 


Trama: Italia, pieno Medioevo. Qui, in un mondo di regole ingiuste e di orribili soprusi, irrompe Isabella, una giovane donna cresciuta lontano da ogni imposizione, rompendo gli schemi e conquistando il cuore del giovane barone di Terrabona, signore indiscusso di quelle terre, ormai cinico e disincantato. Sotto lo stemma della Luna Nera, attraverso orribili delitti, segreti inconfessabili, indagini nascoste, i due giovani si conosceranno e ameranno, ma dovranno affrontare più di una difficile sfida prima di coronare per sempre il loro sogno d'amore. Il destino sembra aver da sempre orchestrato perché loro si ritrovassero uno tra le braccia dell'altra, ma ci sono antichi e nuovi nemici pronti a tutto pur di separarli.

Data di pubblicazione: 1 gennaio 2012

Prezzo: 20,00 (cartaceo) e 3,63 (digitale)

Editore: Il Ciliegio 

 


Il libro si presenta davvero bene: incipit fantastico, descrizioni altrettanto stupende, ma più si va avanti e più la situazione peggiora. Superate le centocinquanta pagine, ho iniziato a non reggere più. Da lettura piacevole da affrontare davanti a una tazza di tè bollente si è trasformata in un qualcosa di snervante, fastidioso e insopportabile. Non preoccupatevi, però, ho le mie argomentazioni da sottoporvi. Mi conoscete, non sono solita fare complimenti a un autore se non li merita davvero e non sono nemmeno quel tipo di Dea che lecca il culo solo per aver ricevuto un cartaceo. Sono sempre stata sincera, sapete che prediligo la verità a qualsiasi costo e nemmeno questa volta ho intenzione di tirarmi indietro. Dopotutto, quando ci si presenta sotto il seggio dell'Ade, l'onestà deve arrivare da entrambi i lati della medaglia. 

Ho davvero apprezzato l'idea, infatti il libro poteva uscire qualcosa di veramente bello e originale con una massiccia dose di editing, peccato che non ci sia stato un editor competente a eliminare le scene di troppo e gli orrori grammaticali che ho trovato. 

Ci sono pagine che ho davvero amato leggere, tant'è che mi ci sono soffermata più volte dopo aver finito il libro. Poi arrivano le parti superflue di cui avrei voluto fare a meno e sapete perché? Ogni scena della trama è stata scritta per mettere in risalto le qualità di Isabella, la protagonista, e si nota lontano un miglio. Per esempio, la notte in cui lei e Tina escono fuori di nascosto per incontrare la famiglia della serva, o i battibecchi con Matilde, o ancora il processo in città in cui Isabella è intervenuta per difendere un ladruncolo. E ci possiamo dimenticare del torneo di arco in cui lei ha stracciato tutti i soldati della corte di Montenuovo? Capirete anche voi che è eccessivo quando l'autrice non fa altro che rimarcare quanto Isabella sia buona e ingenua a discapito di Matilde, che è invidiosa come poche altre. Tutto questo per porre un'unica domanda: cosa c'entra la magnanimità della protagonista con la parte thriller della storia? Se non è per allungare il brodo, allora non riesco a concepire un altro motivo.

(foto presa da Pinterest)

Ricapitolando, Isabella arriva a Montenuovo a seguito della morte del padre e, dopo aver salvato il conte Rodolfo, diviene sua ospite. Dall'altra parte, il barone di Terrabona, Federico, viene incaricato dall'imperatore di indagare su alcuni fatti misteriosi accaduti proprio alla corte di Rodolfo, ma gli occhi di Isabella e un gruppo di banditi sono una buona distrazione per lui. Proprio dei banditi voglio parlare: sembrano essere introdotti a forza nella trama e anche questo si nota. Più o meno viene spiegato il motivo della loro comparsa, però non come avrei voluto e soprattutto non dopo aver visto le descrizioni stratosferiche che alcune volte l'autrice ha scritto. Oltre a non incastrarsi bene con il mistero che avvolge Rodolfo, gli attacchi del gruppo e le sortite notturne di Federico fungono da distrazione sia al lettore che al barone. Al primo perché il lettore viene distratto dal principale obbiettivo della storia, cioè scoprire le origini di Isabella e capire chi ha ucciso sua madre, mentre il secondo non può concentrarsi sufficientemente per smascherare il barone. Tutto questo porta a scrivere molte pagine che io avrei tolto. 

N.B. = definite la storyline principale e attorno a essa costruite le sottotrame. È estremamente facile perdere di vista lo scopo finale, soprattutto se non schematizzate la vostra storia. 

 In questo libro, ci sono troppe informazioni che vengono dimenticate subito e che conducono lontano dalla trama. Con un giro di editing approfondito, la metà di quelle informazioni sarebbero state cancellate in modo da rendere il libro scorrevole e piacevole in tutta la sua durata. Se anche voi, che leggete questa recensione, avete il desiderio di pubblicare un libro, tenete bene a mente che non potrete mai inserire tutte le vostre ricerche, spiegazioni, dettagli e curiosità che avete trovato. Qualcosa rimarrà fuori dalla portata del lettore e va bene così. 

Ne "Il Leone e la Luna Nera" ci sono una miriade di dimostrazioni di bravura a definire meglio il personaggio. Erano necessarie? No, non credo. E se voi volete evitare di soffocare la trama, fatevi una domanda: è necessario per proseguire con la storyline?

(Immagine presa da Pinterest)


Mi sono dilungata molto e forse sono uscita fuori "traccia", ma ora proseguiamo con la recensione. Noi Dei con la nostra età non abbiamo una via di mezzo: o siamo troppo loquaci o siamo muti come tombe.

Mi preme parlare di quanto il libro possa sembrare poco verosimile e di quanto si potrebbe scambiare per un fantasy in alcuni momenti.

Prendete George Martin e la sua celebre saga Il Trono di Spade. Ci sono draghi, non-morti, metalupi, ma io potrei giurare che sembra più vero della stessa realtà che ci circonda. Potrei chiudere il libro e aspettarmi Drogon proprio fuori dalla finestra e Daenerys sopra di lui che urla "dracarys" per dare alle fiamme tutta la città in cui vivo. 

Se questo è verosimile, da un thriller storico mi sarei aspettata di fare un tuffo nel passato per conoscere meglio la società italiana del XII secolo. E da una parte è così, però c'è qualcosa a rovinare l'atmosfera misteriosa e antica: le emozioni. Mi spiego meglio, ogni singolo personaggio è in grado di captare le emozioni dei suoi interlocutori con una facilità disarmante. Sono tutti un libro aperto da questo punto di vista e tutti sono al pari di Thomas Cresswell in fatto di deduzione. Per tutta la durata della lettura sono stata lì a domandarmi "come fanno a capire le emozioni? Come fanno a sapere che Rodolfo è sempre pieno di rabbia e lussuria, che ha cattive intenzione  anche se all'apparenza non fa nulla di concreto per apparire tale? Perché Isabella vuole stargli alla larga se con lei si è sempre comportato bene?" A meno che non siano tutti Sherlock Holmes, questo mina la credibilità di ogni singolo personaggio e della trama stessa. Va bene avere delle impressioni, va bene vedere leggere dalle espressioni facciali le emozioni, ma non a questi livelli e non da parte di una protagonista che ha vissuto tutta la sua vita lontano dalle persone e che non ha mai interagito con altri se non suo padre e il suo servo. Capite ora perché dico che non è verosimile? Sembrano tutti dotati di poteri magici incredibili e a tutti viene conferita una presunzione che non è in linea con il loro carattere.

Altra cosa di cui mi preme parlare è il genere letterario. L'autrice mi ha presentato il libro come un thriller storico rosa, quindi un ibrido letterario a tutti gli effetti. Di questo argomento ne ho parlato qui, nella prima diretta del mio profilo. E sia io che Marica di Palo abbiamo concordato su una cosa: dev'esserci equilibrio tra tutti i generi che vengono scelti. 

Ne "Il Leone e la Luna Nera" la storia d'amore surclassa tutto il resto tanto da rendere il finale scontato e prevedibile, tanto da ridurre la trama a una gara tra Rodolfo e Federico a chi monta per prima la giumenta (chi vuol intendere, intenda). 


Questo genere ha come obbiettivo quello di suscitare emozioni forti (tensione, brivido, terrore...) attraverso l'uso della suspense, dell'effetto sorpresa e dei colpi di scena. Sono presenti flashback, anticipazioni, digressioni e rinvii. Il narratore è spesso interno o è il protagonista. 

Cosa capiamo da questa citazione? Che nel libro di oggi mancano davvero delle parti fondamentali. Non ci sono suspense né emozioni forti. Non c'è un mistero da scoprire che corrode il lettore a tal punto da finire l'intero libro in una notte, infatti io ci ho impiegato due mesi buoni. 

A questo punto, suggerirei all'autrice di definire il suo romanzo un rosa ad ambientazione storica con contaminazioni thriller. Saper bene il genere che si sta scrivendo è fondamentale sia per la stesura sia per la presentazione del libro stesso.

Per concludere questo punto che si è protratto fin troppo, ci tengo a dire che l'idea è davvero favolosa, ma ho dovuto "demolire" il modo in cui la trama è stata costruita. Proprio per questo motivo il mio voto non si abbassa a più di 2,5 su 5.

Grosso tasto dolente della storia a tal punto che non so come interpretare certi comportamenti. Partiamo magari con qualcosa di semplice semplice. Avete presente le persone, i vostri cari, no? Ognuno di loro ha un carattere diverso, giusto? Ci sono momenti in cui si arrabbiano, altri in cui sono felici, alcuni in cui sono innamorati o tristi. Una persona che possa essere definita tale prova tante, tantissime emozioni e spesso sono anche in contrasto tra loro. Spesso finiscono per risultare incoerenti, altre volte capita di avere di fronte un individuo austero e fermo nelle sue decisioni. 

In questo romanzo non ho trovato la varietà tipica della vita reale. Ogni personaggio rappresenta un'unica cosa e prosegue imperterrito con la sua posizione fino alla fine.

Il cavaliere Raimondo, che per essere cavaliere avrà pur dovuto combinare qualcosa, è uno stupido che si fa abbindolare dal seno di Matilde e dalle sue belle parole. Lui è la stoltezza fatta persona. 

Rodolfo è un uomo burbero costantemente arrabbiato e carico di lussuria; Matilde è l'invidiosa di turno che vuole tutto per sé; Isabella è il ritratto della bontà e ingenuità e Federico è l'eroe, colui che rasenta la perfezione e ha l'obbiettivo di sconfiggere tutti i "cattivi" per portare in salvo la principessa. In quanto eroe, si sente in diritto di schernire tutti i suoi interlocutori e modificare leggi a sua piacimento per soddisfare Isabella.

Potrei collocare ognuno di loro in un girone di Dante o dire addirittura che l'autrice ha costruito i suoi personaggi su degli archetipi per lanciare un messaggio preciso. 

Volete il mio parere personale? Isabella è insopportabile e Federico pure. I "buoni" della storia sono quelli che più ho detestato. E sapete perché? Il barone è geloso a livelli assurdi. Non vede l'ora di ingabbiare Isabella, la preda più contesa della corte, e di marchiarla a fuoco con la scritta a caratteri cubitali "MIA". Ne parla come se fosse una proprietà da acquisire per indispettire un altro acquirente. E a Isabella sta bene. E io mi chiedo come faccia lei a stare bene quando lui si dimostra così possessivo. 

L'unico personaggio che ho apprezzato pienamente è stata la madre di Federico. Marie è astuta e intraprendente, capace di tener testa a chiunque e di gestire qualunque situazione le si ponga di fronte. sarebbe capace di lottare con le unghie e con i denti per salvare ciò che ama e sa stare ai giochi politici delle corti. È un personaggio dinamico con il quale intrattenersi in conversazioni intelligenti e interessanti. Ho davvero adorato leggere le parti in cui lei era presente perché per me ha rappresentato una ventata d'aria fresca in mezzo alla moltitudine di eventi.

Il mio voto è 1,5 su 5

Tasto ancor più dolente dei personaggi è sicuramente il lessico e lo stile. Non credo di poter salvare niente e di cose da dire ne ho a sufficienza.  

➔ Siamo nel 1147, in Italia, e fin qui va bene. Forse per il tempo della storia è ok dare del "voi" nei dialoghi, poi però si intromette il "lei" e si finisce per confondersi con due formule di cortesia  che si alternano durante buona parte del libro. 

➔ Gli aggettivi dimostrativi usati vanno bene per la prima persona, io avrei rivolto la cosa in un altro modo. "Questi" → "quei"

➔ "A posta" si scrive "apposta" mentre "apposto" si scrive "a posto".

➔ Ci sono miriadi di ripetizioni degli aggettivi dimostrativi dei quei io avrei fatto a meno.

➔ I dialoghi sono sommersi di punti esclamativi. A volte il loro uso risulta incoerente, soprattutto se si afferma che il personaggio è calmo e freddo. 

➔ Ci sono tanti aggettivi messi prima del nome. Se il libro fosse stato in inglese, la cosa l'avrei accettata, ma siccome siamo in Italia la cosa risulta fastidiosa. E tra i tanti, mi preme precisare che "giovane" è presente ovunque. Davvero ovunque e riferito a qualunque personaggio. "giovane corpo" "giovane uomo" "giovane fanciulla" "giovane barone". È diventato davvero snervante a tal punto che non avrei voluto proseguire la lettura. 

1 su 5 è l'unico giudizio che posso dare.

Mi dispiace davvero tanto dover dare 2 stelle a un libro. La media matematica è di 1,6 ma davvero non me la sento. So quanto un autore ci metta anima e corpo per un libro, so quante ore ci vogliono tra ricerche e stesura per ottenere il risultato finale e so quanto possa far male un giudizio negativo. Non è una cosa che faccio a cuor leggero perché io come scrittrice non so se accetterei un 1 come voto dopo anni di lavoro e sacrifici. Non so se potrei mandare giù il boccone amare con facilità. Forse credo di no. 

Dare voti negativi non è una cosa che mi piace fare perché ho aperto il mio profilo e questo blog per creare un "posto felice" per autori, lettori e per me prima di tutto. Ma sapete che sono qui per consigliare delle letture che voi potreste amare e questa non rientra tra i consigliati. Il contenuto ce lo avete presente, sommatelo a una copertina che ha di tutto fuorché la bellezza e a un prezzo esorbitante di 20,00 euro e capirete il perché io non me la senta di mentire a voi e di farvi acquistare un prodotto che oggettivamente non possiede molte qualità se non un'idea eccezionale. 

E lo ripeto, mi dispiace tanto per i soldi spesi per questa collaborazione che ha portato a un giudizio severo, tanto severo e per l'autrice che ha pubblicato nove anni fa questo libro. 

1 commento:

  1. Ti ringrazio davvero molto del tempo che hai speso per leggere il mio libro nonostante fosse così terribile. Ti ringrazio delle parole sincere di cui sicuramente terrò conto.

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