Se devo riassumere le mie reazioni durante la lettura, beh, non sono altro che "boh" "sono shockata" "non ho capito" "ahahahahahah" "ora muoio" "basita" "aaaaaaaaaaa" "whaaaaaaaaaaat".
Insomma, è stato uno sclero dietro l'altro.
Oggi parliamo di "La Giada di Chang'an" di Chiara Saccuta e non sto più nella pelle.
Data di pubblicazione: 9 ottobre 2019
Pagine: 265
Editore: Io me lo leggo editore
Prezzo: 17,00 (cartaceo) e 2,99 (ebook)
Disponibilità: Amazon e Amazon Kindle
Trama: Nella fiorente Cina della dinastia Tang, durante la festa delle lanterne, due giovani lasciano che i loro destini si intreccino in maniera indissolubile.
Lui è un principe in ostaggio, lei la figlia di un ricco uomo della capitale. Il loro futuro è già stato scritto, ciononostante combattono per cambiarlo.
All'interno del palazzo, invece, una principessa altezzosa, alla ricerca di una libertà fuggevole, si aggrappa alla mano del suo nemico, ignara dei pericoli che le porterà quella vicinanza.
Tra palazzi e deserti, una giada nera brilla anche alla luce del sole, come a voler far da guida ai cuori più distanti.
Non fermatevi alla copertina, passate oltre. L'immagine che vedete non rappresenta nemmeno un briciolo del contenuto, non rende giustizia a Daiyu.
Passate oltre e scoprirete un mondo che vi rapirà senza che ve ne accorgiate.
Un po' com'è successo a me.
Questo è stato in assoluto il primo libro ad ambientazione orientale che ho letto e da lì non mi sono più fermata.
Di solito, si è molto reticenti quando si parla dell'estremo oriente perché è una cultura che non ci appartiene e anche un po' per paura di non capire assolutamente niente.
Il fatto è che se un'autrice è brava, la paura non deve esistere.
E vi assicuro che Chiara Saccuta è brava oltre ogni dire, tant'è che è una delle mie scrittrici preferite. Acquisterei un libro solo perché c'è il suo nome, senza nemmeno leggere la trama. Lei è capace di strapparmi alla realtà in cui vivo e farmi vivere nell'epoca da lei descritta.
In particolare, ne "La Giada di Chang'an", mi ha attirato il deserto e la vita da mercante che Ji Soo sogna da quando si è avventurato per la prima volta in quel luogo arido.
Mi è rimasto impresso a distanza di mesi la differenza tra la vita a corte, con tutti i suoi intrighi e problemi, e la vita da mercante. Sono entrambe difficili, ma la seconda permette di essere un minimo spensierati e soprattutto permette di divertirsi ed essere liberi.
A Chang'an i nobili possono essere davvero liberi?
Anche se il clima in generale è molto soft, si percepisce la tensione fra i sovrani dei diversi regni e di conseguenza anche io ero lì, tesa, perché la pace tra Goguryeo e Silla è molto fragile. I matrimoni combinati non hanno coperto l'astio tra i regni, ma ha peggiorato la situazione. Basta vedere il rapporto tra Na Ra e il principe ereditario per capire tutto.
Diciamo che mi sono sentita tirata in causa per l'intera durata della lettura.
I personaggi sono alla costante ricerca della libertà perché non sono liberi di sognare e di esprimersi come meglio credono. Tra genitori opprimenti, mariti ed eunuchi, mi sembra il minimo pretendere di seguire il proprio cuore. La loro è una lotta difficile, ma non impossibile e, durante l'intera faccenda, possiamo vedere come i quattro protagonisti cambiano. Le loro idee e il loro modo di pensare sono totalmente differenti alla fine, ma l'obbiettivo è sempre lo stesso e non smettono mai di perseguirlo.
Anche questo mi è piaciuto: la loro determinazione. Non smettono mai di credere nel loro sogno e vanno avanti anche quando tutto sembra perduto. Hanno una forza di volontà di ferro, cosa che mi ha stupito.
Come libro è veramente bello e, davvero, lo consiglio tantissimo. Ci sono personaggi fantastici e situazioni esilaranti, ma quello che più mi è piaciuto è lo stile. È stata una lettura piacevole e leggera nonostante certe situazioni abbastanza pesanti. Ogni buco libero durante la giornata l'ho usato per proseguire perché avevo tanta voglia di scoprire come sarebbe finita anche se nella trama in generale non ci sono intrighi particolari. Non lo so spiegare, ma "La Giada di Chang'an" è in grado di farmi sognare come solo una bambina potrebbe sognare e mi ha fatto sentire leggera come una piuma pronta a librasi in aria.
E niente, non trovo altre parole per descrivere ciò che ho provato durante la lettura. Spero però di aver reso l'idea!
Contatti:
Instagram: chiarasaccuta.autrice
Libro: Amazon
Instagram: iomeloleggoeditore
Facebook: iomeloleggoeditore
Passate oltre e scoprirete un mondo che vi rapirà senza che ve ne accorgiate.
Un po' com'è successo a me.
Questo è stato in assoluto il primo libro ad ambientazione orientale che ho letto e da lì non mi sono più fermata.
Di solito, si è molto reticenti quando si parla dell'estremo oriente perché è una cultura che non ci appartiene e anche un po' per paura di non capire assolutamente niente.
Il fatto è che se un'autrice è brava, la paura non deve esistere.
E vi assicuro che Chiara Saccuta è brava oltre ogni dire, tant'è che è una delle mie scrittrici preferite. Acquisterei un libro solo perché c'è il suo nome, senza nemmeno leggere la trama. Lei è capace di strapparmi alla realtà in cui vivo e farmi vivere nell'epoca da lei descritta.
In particolare, ne "La Giada di Chang'an", mi ha attirato il deserto e la vita da mercante che Ji Soo sogna da quando si è avventurato per la prima volta in quel luogo arido.
Mi è rimasto impresso a distanza di mesi la differenza tra la vita a corte, con tutti i suoi intrighi e problemi, e la vita da mercante. Sono entrambe difficili, ma la seconda permette di essere un minimo spensierati e soprattutto permette di divertirsi ed essere liberi.
A Chang'an i nobili possono essere davvero liberi?
Anche se il clima in generale è molto soft, si percepisce la tensione fra i sovrani dei diversi regni e di conseguenza anche io ero lì, tesa, perché la pace tra Goguryeo e Silla è molto fragile. I matrimoni combinati non hanno coperto l'astio tra i regni, ma ha peggiorato la situazione. Basta vedere il rapporto tra Na Ra e il principe ereditario per capire tutto.
Diciamo che mi sono sentita tirata in causa per l'intera durata della lettura.
I personaggi sono alla costante ricerca della libertà perché non sono liberi di sognare e di esprimersi come meglio credono. Tra genitori opprimenti, mariti ed eunuchi, mi sembra il minimo pretendere di seguire il proprio cuore. La loro è una lotta difficile, ma non impossibile e, durante l'intera faccenda, possiamo vedere come i quattro protagonisti cambiano. Le loro idee e il loro modo di pensare sono totalmente differenti alla fine, ma l'obbiettivo è sempre lo stesso e non smettono mai di perseguirlo.
Anche questo mi è piaciuto: la loro determinazione. Non smettono mai di credere nel loro sogno e vanno avanti anche quando tutto sembra perduto. Hanno una forza di volontà di ferro, cosa che mi ha stupito.
Come libro è veramente bello e, davvero, lo consiglio tantissimo. Ci sono personaggi fantastici e situazioni esilaranti, ma quello che più mi è piaciuto è lo stile. È stata una lettura piacevole e leggera nonostante certe situazioni abbastanza pesanti. Ogni buco libero durante la giornata l'ho usato per proseguire perché avevo tanta voglia di scoprire come sarebbe finita anche se nella trama in generale non ci sono intrighi particolari. Non lo so spiegare, ma "La Giada di Chang'an" è in grado di farmi sognare come solo una bambina potrebbe sognare e mi ha fatto sentire leggera come una piuma pronta a librasi in aria.
E niente, non trovo altre parole per descrivere ciò che ho provato durante la lettura. Spero però di aver reso l'idea!
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