domenica 30 agosto 2020

La Giada di Chang'an (recensione)

Se devo riassumere le mie reazioni durante la lettura, beh, non sono altro che "boh" "sono shockata" "non ho capito" "ahahahahahah" "ora muoio" "basita" "aaaaaaaaaaa" "whaaaaaaaaaaat".
Insomma, è stato uno sclero dietro l'altro.
Oggi parliamo di "La Giada di Chang'an" di Chiara Saccuta e non sto più nella pelle.

Data di pubblicazione: 9 ottobre 2019

Pagine: 265

Editore: Io me lo leggo editore

Prezzo: 17,00 (cartaceo) e 2,99 (ebook)

Disponibilità: Amazon e Amazon Kindle

Trama: Nella fiorente Cina della dinastia Tang, durante la festa delle lanterne, due giovani lasciano che i loro destini si intreccino in maniera indissolubile.
Lui è un principe in ostaggio, lei la figlia di un ricco uomo della capitale. Il loro futuro è già stato scritto, ciononostante combattono per cambiarlo. 
All'interno del palazzo, invece, una principessa altezzosa, alla ricerca di una libertà fuggevole, si aggrappa alla mano del suo nemico, ignara dei pericoli che le porterà quella vicinanza. 
Tra palazzi e deserti, una giada nera brilla anche alla luce del sole, come a voler far da guida ai cuori più distanti.


Non fermatevi alla copertina, passate oltre. L'immagine che vedete non rappresenta nemmeno un briciolo del contenuto, non rende giustizia a Daiyu.
Passate oltre e scoprirete un mondo che vi rapirà senza che ve ne accorgiate.

Un po' com'è successo a me.
Questo è stato in assoluto il primo libro ad ambientazione orientale che ho letto e da lì non mi sono più fermata.

Di solito, si è molto reticenti quando si parla dell'estremo oriente perché è una cultura che non ci appartiene e anche un po' per paura di non capire assolutamente niente.
Il fatto è che se un'autrice è brava, la paura non deve esistere.
E vi assicuro che Chiara Saccuta è brava oltre ogni dire, tant'è che è una delle mie scrittrici preferite. Acquisterei un libro solo perché c'è il suo nome, senza nemmeno leggere la trama. Lei è capace di strapparmi alla realtà in cui vivo e farmi vivere nell'epoca da lei descritta.
In particolare, ne "La Giada di Chang'an", mi ha attirato il deserto e la vita da mercante che Ji Soo sogna da quando si è avventurato per la prima volta in quel luogo arido.
Mi è rimasto impresso a distanza di mesi la differenza tra la vita a corte, con tutti i suoi intrighi e problemi, e la vita da mercante. Sono entrambe difficili, ma la seconda permette di essere un minimo spensierati e soprattutto permette di divertirsi ed essere liberi.
A Chang'an i nobili possono essere davvero liberi?
Anche se il clima in generale è molto soft, si percepisce la tensione fra i sovrani dei diversi regni e di conseguenza anche io ero lì, tesa, perché la pace tra Goguryeo e Silla è molto fragile. I matrimoni combinati non hanno coperto l'astio tra i regni, ma ha peggiorato la situazione. Basta vedere il rapporto tra Na Ra e il principe ereditario per capire tutto.

Diciamo che mi sono sentita tirata in causa per l'intera durata della lettura.
I personaggi sono alla costante ricerca della libertà perché non sono liberi di sognare e di esprimersi come meglio credono. Tra genitori opprimenti, mariti ed eunuchi, mi sembra il minimo pretendere di seguire il proprio cuore. La loro è una lotta difficile, ma non impossibile e, durante l'intera faccenda, possiamo vedere come i quattro protagonisti cambiano. Le loro idee e il loro modo di pensare sono totalmente differenti alla fine, ma l'obbiettivo è sempre lo stesso e non smettono mai di perseguirlo.
Anche questo mi è piaciuto: la loro determinazione. Non smettono mai di credere nel loro sogno e vanno avanti anche quando tutto sembra perduto. Hanno una forza di volontà di ferro, cosa che mi ha stupito.

Come libro è veramente bello e, davvero, lo consiglio tantissimo. Ci sono personaggi fantastici e situazioni esilaranti, ma quello che più mi è piaciuto è lo stile. È stata una lettura piacevole e leggera nonostante certe situazioni abbastanza pesanti. Ogni buco libero durante la giornata l'ho usato per proseguire perché avevo tanta voglia di scoprire come sarebbe finita anche se nella trama in generale non ci sono intrighi particolari. Non lo so spiegare, ma "La Giada di Chang'an" è in grado di farmi sognare come solo una bambina potrebbe sognare e mi ha fatto sentire leggera come una piuma pronta a librasi in aria.

E niente, non trovo altre parole per descrivere ciò che ho provato durante la lettura. Spero però di aver reso l'idea!


Contatti:

Instagram: chiarasaccuta.autrice
Libro: Amazon

Instagram: iomeloleggoeditore
Facebook: iomeloleggoeditore

mercoledì 12 agosto 2020

Code Name: Sick Girl (recensione wattpadiana)

Attenzione, lettori. Quello che leggerete tra poco probabilmente non me lo vedrete più scrivere. Io e i romance facciamo a pugni ogni qualvolta me ne trovi davanti uno, eppure eccomi qui. MI È PIACIUTO. Ecco, l'ho detto. E domani probabilmente nevicherà per questo. 
Sinceramente da Wattpad mi aspetto solo il peggio in questo periodo, ma "Sick Girl" è una di quelle rare eccezioni che mi incoraggiano a leggere storie su quella piattaforma.

Per tutta la durata del libro ho continuato a ripetermi che il libro fa schifo, ma alla fine qualche lacrimuccia mi è scappata e mi è venuto spontaneo dire "caspita, è stato fantastico".
A distanza di oltre un mese, quando penso al romanzo di M_blackraven, mi si stringe il cuore. Non so come spiegarvi la sensazione che provo, forse nostalgia per quei momenti in cui ho letto il libro? So solo che è stata una bella esperienza e che mi piacerebbe leggerlo una seconda volta. 

Quarta di copertina: Nicole Elysia Vargas ha diciassette anni ed è viziata, testarda e smaliziata. Per metà messicana e per metà francese, conduce una vita agiata e tranquilla nell'Upper East Side di New York, nascondendo al mondo di essere la nipote del narcotrafficante più famoso del Messico.
Questo, almeno, fino a quando suo padre decide di farla addestrare dal suo pupillo, un mercenario tedesco che lavora per il Cartello dei Vargas.
Norman Weber ha trent'anni, due occhi grigi come il ghiaccio e un temperamento violento. È un uomo burbero dal passato burrascoso e l'intelligenza fuori dal comune, ma è totalmente negato nel rapportarsi agli altri... figuriamoci a farlo con una ragazzina chiacchierona e logorroica come Nicole, con cui dovrà convivere per dei mesi.
Ma, si sa, gli opposti si attraggono... o si distruggono a vicenda.
E se fra loro s'intromettesse un terzo elemento?
Dylan Wallace ha ventinove anni, occhi verdi e una mira infallibile. È il migliore amico di Norman e anche lui lavora per El Diablo Bianco. Simpatico, gentile e donnaiolo, il bel texano è però privo di scrupoli...
Tra allenamenti, passioni che bruciano sotto la pelle, incomprensioni e pallottole, i tre ragazzi capiranno presto che la Guerra, quella vera, sta arrivando.
Se siete anche voi bookblogger, ditemi, anche voi riscrivete più e più volte una recensione perché non vi soddisfa il modo in cui scrivete? O sono l'unica persona strana che si fa coinvolgere da ansie assurde?

Se c'è una cosa che dovete sapere di me, è che odio tantissimo l'azione e tutto ciò che concerne sparatorie, rapine, circoli di droga e rapimenti vari. Non so dire ancora il perché, ma a me non vanno proprio giù. Per questo non mi andava giù l'idea di dover leggere un libro il cui prologo illustra la vita quotidiana di un Cartello della droga messicano.
Provate a immaginare il mio stupore quando ho realizzato che tutta la faccenda era solo di sfondo e che la trama era concentrata esclusivamente su una storia d'amore! Beh, forse non è proprio così perché io ho letto la storia fino alla fine solo per seguire il percorso di crescita della protagonista.

Ho già detto che la storia è fantastica, ma non vi ho spiegato il perché: non ho mai letto un libro prima d'ora in cui i personaggi fossero descritti così bene. L'autrice, lentamente spoglia i suoi protagonisti delle loro maschere, di tutte le loro paure e di tutte le loro certezze per mostrare al lettore la loro vera essenza. Una delle cose che mi ha insegnato Sick Girl è che non si possono giudicare le azioni di una qualsiasi persona senza prima aver prima compreso cosa le ha spinte a compiere determinate scelte. È necessario mettersi nei panni altrui prima di tutto.
E grazie all'autrice, ognuno di noi può immergersi nei meandri della mente di Nicole e capire perché non ha fiatato la prima volta in cui ha fatto sesso con Norman, perché si è lasciata trattare in quel modo da lui o perché nonostante Dylan fosse stato decisamente migliore di lui, la protagonista abbia comunque continuato a scegliere Norman.
E vi dico, lettori, quando sono arrivata alla fine del libro, ho pensato "io avrei fatto la stessa cosa".

Sono entrata in empatia (si può dire?) con i personaggi, sono riuscita a provare quello che provavano loro e mi sono intristita quando Lucky Bastard è morto per sua figlia. Penso probabilmente di aver lasciato un pezzo di me da tra le pagine di "Code Name: Sick Girl" senza nemmeno accorgermene.
È che ogni volta che ci penso, mi viene istintivo commuovermi per la storia complicata di Nicole. Non trovo le parole per spiegare quel che provo perché è una sensazione così strana che la trovo indescrivibile.
Per concludere il discorso magico, vi dico che, nonostante i capitoli lunghi, è un romanzo da leggere tutto d'un fiato. Possibilmente senza iniziare con una buona dose di scetticismo come ho fatto io.
Il bello, oltre ai personaggi, è che più si va avanti, più si desidera di leggere all'infinito le "sventure" dei protagonisti.

Lo so, avrei dovuto fare un discorso un po' più articolato e lungo. Avrei dovuto anche parlare della trama, dello stile e di chissà cos'altro, ma non ci riesco. Questa volta ho preferito scrivere una recensione più corta in cui cerco di trasmettere quello che ho provato io durante a lettura piuttosto che un papiro privo di emozioni. Ci ho provato due volte per il papiro, tuttavia ho cancellato entrambi i tentativi perché mi sembravano inutili. Ebbene, spero di aver c'entrato il segno questa volta e di aver fatto cosa gradita sia a voi lettori del blog che alla stessa autrice.

Alla prossima recensione!


Contatti:

Ig autrice: M_Blackraven_autrice