Hola, simples mortales! Mi trovo all'una di notte a scrivere la recensione per questa bellissima storia, ma non me ne pento perché l'ispirazione arriva sempre a orari indecenti.
Diciamo che è stato un libro corto ma intenso. Mi ha fatto cambiare idea sui cartacei che girano attorno alle cento pagine.
Non sono solita nascondere nulla, perciò potrete anche stupirvi o indignarvi della frase che leggerete adesso.
Screditavo e denigravo i libri corti perchè credevo fossero sinonimo di incompetenza. La mia domanda era: come si fa a sviluppare una trama in così poche pagine? O si ha il dono della sintesi o il contenuto è scarso.
Forse il mio era una sorta di pregiudizio? Può essere? Non avevo mai letto né acquistato dei libricini prima di leggere "Foedus", "Neméria - La Seconda Rivolta degli Orchi" e "Il Mistero di Ash" solo perché mi sembrava di buttare via soldi e, ovviamente, perché preferisco di gran lunga i mattoni.
Ho cambiato idea questo mese, constatando che, indipendentemente dalla lunghezza, i libri possono trasmettere comunque qualcosa al lettore se lo scrittore è bravo. Vi assicuro che Victoria Shyller ci sa fare e che un libro come il suo non lo troverete più.
E che dire, questo blog mi ha permesso davvero di crescere e diventare un attimino più acculturata. Ogni libro letto è un mattone che si aggiunge agli altri per formare la mia barriera contro l'ignoranza.
Tra l'altro ho iniziato per la decima volta (se non di più perché ormai ho perso il conto) la serie TV perché non ne trovo una degna che possa distogliere la mia attenzione da Game of Thrones. Nonostante l'ottava stagione non mi abbia soddisfatto al massimo, mi manca da morire tutto, soprattutto il periodo in cui aspettavo con ansia i nuovi episodi.
Tendo a perdermi in sciocchezze quando parlo e a dimenticare quello che in realtà volevo dire. Ecco, mi sono persa la cosa fantastica che avevo in mente.
Prima di iniziare la recensione vera e propria, ci tengo a contraddirmi perché "Il Mistero di Ash" è perfetto così. Non ho detto nemmeno una volta "io avrei scritto così...", "io avrei aggiungo questo e quello" o "secondo me questo libro è incompleto". Cosa che è successa invece con "Neméria". L'unico difetto, forse, è che finisce, un po' come tutti i libri che ci piacciono.
Data di pubblicazione: 23 febbraio 2020
Pagine: 114
Editore: Segreti in giallo Edizioni
Prezzo: 8,00 (cartaceo) e 1,50 (ebook)
Disponibilità: Amazon, Amazon Kindle e Kindle Unlimited
Trama: Tredici bambine uccise. E Ash, piccolo villaggio sperduto nella regione del Kenter, si trasforma nel più maledetto dei gironi infernali.
Una realtà, oscura e terribile, attende Fedor Chestel e Delvin Fraser. I due investigatori vengono risucchiati nell'orrore di un folle gioco mortale. Sette giorni per scoprire la verità. Mentre il Male avanza. E non ha mai un unico volto.
Di questo libro mi erano piaciute la copertina e la trama, ma non mi aspettavo minimamente di trovarmi di fronte a un qualcosa di geniale. Vi avviso, cari lettori: se un giorno comprerete "Il Mistero di Ash", preparatevi a morire d'ansia. Sono certa che nessun altro horror che ho nella libreria potrà mai eguagliare questo qui.
Si comincia la lettura con delle descrizioni che reputo terrificanti. Tutto è stato un miscuglio di ansia e suspense che non credevo possibile. La pioggia incessante che cade su Ash sembra portatrice di sventura, come se volesse far capire ai due investigatori che devono stare lontani da quel paesino e smettere di indagare. Li mette in guardia, ma loro hanno continuato imperterriti il loro lavoro.
"L'acqua veniva giù. Sempre più fitta. Sempre più insistente. Come irrefrenabile pianto d'acciaio. Come furiosa mannaia."
Vi lascio giusto giusto un piccolo assaggio dell'inizio del libro. Non so voi, ma io sono rimasta con gli occhi attaccati allo schermo e se non stavo leggendo, il mio pensiero andava all'opera di Victoria Shyller.
Oltre all'atmosfera cupa, ci si aggiungono anche i dialoghi. Non so se l'autrice abbia scritto intenzionalmente i dialoghi in corsivo o meno, ma hanno contribuito di gran lunga a creare quell' atmosfera cupa che c'è. In questo modo le parole di Fedor Chestel e Delvin Fraser risultano più inquietanti, in qualche modo importanti e gli conferiscono una certa autorità. È come se i due investigatori fossero al di sopra di tutti e fossero intoccabili, anche se alla fine si dimostra il contrario. L'unico personaggio intoccabile è l'assassino. Anzi, lui sembra addirittura solo un ombra che compare ogni tanto durante la lettura. E questo è decisamente più inquietante della voce che ho immaginato per i protagonisti. Una piccola prova? "Era pronto. Sempre pronto a uccidere. Come ci si aspettava da una creatura dell'inferno."
Ho iniziato la recensione parlando delle descrizioni e ho intenzione di soffermarmici perché la cura dei dettagli ha reso unico questo libro. L'ha fatto diventare un groviglio di confusione e paura da cui non mi sono ancora del tutto ripresa.
Da una parte ci sono i sette giorni contati che Fedor e Delvin hanno per risolvere il mistero e dall'altra parte ci sono i nomi delle bambine uccise. Una di loro si chiamava Emily e un'altra Mary Thompson. L'identità dei piccoli corpi privi di vita lascia il segno: è come se le morti fossero più reali, concrete.
Una particolarità che attira l'attenzione è l'emicrania di Chestel. Ha degli attacchi così forti che perde i sensi o rimane immobilizzato dal dolore. Tutto cambia, però, verso la fine del libro. "Chestel era preda di una forza straordinaria e maligna." Ed è qui che il paranormale prende sul serio vita. Se prima erano solo dei piccoli indizi, ora il sovrannaturale è pronto a uscire allo scoperto. Presumo, quindi, che nel sequel de "Il Mistero di Ash" ci saranno scene ancora più interessanti e che per nulla al mondo rimarremo delusi. Non vedo l'ora di leggerlo!
Beh, ragazzuoli, direi che è giunta l'ora di finire la recensione perché mi pare di aver spoilerato abbastanza e non voglio rischiare di rovinarvi ulteriormente la lettura.
Vi lascio a una dolce lettura con un'ultima frase: "Li aveva ingannati tutti. Si rese conto troppo tardi di essere caduto lui stesso in una trappola."
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